L’importanza della rappresentazione in TV e al cinema

In seguito all’uscita del trailer del live action de La sirenetta, in arrivo sul grande schermo a partire da maggio 2023, sono state parecchie le polemiche scatenatesi per via dell’aspetto dell’attrice protagonista, Halle Bailey. L’attrice e cantante americana, infatti, ha la pelle nera, ed è proprio questo dettaglio ad aver scatenato l’ira dei pubblici: la Disney è stata accusata di aver proposto una rappresentazione non conforme all’originale sirena del cartone animato, dalla pelle bianchissima e dai capelli rossi. Alcuni hanno additato il politically correct, lamentandosi di come la necessità di includere le minoranze abbia portato a stravolgere le storie originali.

Ma è davvero così? È davvero dannoso voler rappresentare anche le minoranze in maniera equa?

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Da tempo, su grande e piccolo schermo viene lasciato spazio a diverse figure rappresentative di etnie e orientamenti sessuali o di genere diversi dal comune paradigma caucasico ed etero-normativo. Tuttavia, spesso, questi personaggi appaiono sullo sfondo di storie che mettono in primo piano personaggi principali tendenzialmente bianchi ed eterosessuali.

Questa propensione cela però una mancanza di riguardo per queste minoranze, non lasciando loro lo spazio che meritano. Molti trovano una giustificazione a queste scelte nella necessità di rendere proporzionale la rappresentazione su schermo di quella che è effettivamente una minoranza all’interno della società occidentale: perciò la comunità nera, quella LGBTQ+, etc. vengono rappresentate attraverso personaggi marginali. Questa visione, proposta e reiterata attraverso vari media, risulta molto limitante e porta con sé una serie di conseguenze, contribuendo ad alimentare una visione solo parziale di quello che è il mondo.

Così, la scelta di una protagonista nera non vuole in alcun modo negare il fatto che si tratti di una minoranza, ma il ruolo centrale attribuito ad Halle Bailey nella narrazione consente un’equa rappresentazione della nostra società nelle sue mille sfaccettature. Così, non solo un personaggio bianco, etero e cisgender può andare incontro a diverse peripezie finendo per uscirne da vincente, e non sarà più predominante la rappresentazione della minoranza relegata però al ruolo di “aiutante” del protagonista.

La sirenetta di Halle Bailey ripropone le stesse vicende che ritroviamo nel classico Disney del 1989, cercando di normalizzare la presenza di una protagonista di una diversa etnia, la quale non ha nulla da invidiare a quella disegnata originariamente.

È importante che la rappresentazione delle minoranze non sia esclusivamente proporzionale, in quanto permette al pubblico di vedere e accettare la varietà del nostro mondo e, in certi casi, di sentirsi (finalmente) adeguatamente rappresentato dalle caratteristiche dei personaggi. A tal proposito, è emblematico il video diventato virale che raccoglie le reazioni di diverse bambine nere e dei loro sorrisi increduli ad una prima visione del trailer appena uscito.

Nella società odierna i media ricoprono un ruolo fondamentale nella costruzione di una rappresentazione del mondo che ci circonda: in parole povere, oggi il mondo diventa come viene rappresentato. La presenza di una minoranza al centro di una narrazione della Disney, pone quella minoranza al centro dell’attenzione dei più.

Infine, quella che per noi può essere una versione storpiata di Ariel, la sirenetta coi capelli rossi della nostra infanzia, per una bambina dall’altra parte del mondo può significare rispecchiarsi per la prima volta nei panni della sua eroina preferita.

Monica Poletti

Immagine di copertina: Cineblog

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