La rivoluzione femminile di Sex and the City

Viviamo l’era delle serie TV capitanate dai grandi pilastri delle streaming – come Netflix e Prime Video – che continuano a tirare fuori un successo dopo l’altro, ma quante di queste dopo il boom iniziale rischiano di finire nel dimenticatoio?
Ce ne sono alcune, forse anche un po’ datate, che hanno cambiato la prima serata e sono ancora tra le più amate, facendo da apripista a quelle di oggi. Hanno portato con loro anche qualche piccola rivoluzione per le tecniche di regia o le tematiche trattate, e tra queste un posto di spicco lo riveste la celeberrima Sex and the City, serie di successo targata HBO che sin dalla primissima uscita nel lontano 1998 ha fatto parlare di sé e si è imposta nell’Olimpo delle serie più amate e odiate di sempre.

Non servono grandi presentazioni, anche chi non ne ha mai visto un singolo episodio sa di cosa stiamo parlando: New York agli albori del 21esimo secolo, quattro donne in carriera corrono da una parte all’altra della città con abiti da sogno per partecipare ad eventi esclusivi, fare un sacco di shopping e condividere con il proprio pubblico dettagli molto privati.

Ma a cosa deve il suo indiscusso successo?
Ha rivoluzionato l’immagine femminile su grande e piccolo schermo introducendo donne indipendenti, single, libere dai dogmi del patriarcato e con brillanti carriere alle spalle.
Basta dare un’occhiata ad alcune grandi produzioni della fine degli anni ’90 per notare come le donne di quegli anni abbiano una marcia in più rispetto a chi le precedeva, perché di fatto rispecchiano la realtà di quel periodo in cui le donne erano all’apice dell’emancipazione, e registi e scrittori non avevano paura di cavalcare l’onda del girl power.
Sex and the City ha quella marcia in più e si è spinto oltre a ciò che era stato fatto fino ad allora: le ragazze sono in gamba, molto unite, e le tematiche spaziano da temi più leggeri, come relazioni frivole, ai drammi della maternità e della chemioterapia.
Sono problemi reali di donne (quasi completamente) reali.

Tratta dal celebre romanzo di Candace Bushnell, la serie ha anche il primato di essere una delle prime opere chick lit, il genere letterario diffusosi negli anni novanta genitore di un best seller dopo l’altro (basti pensare al successo de Il diavolo veste Prada e Il diario di Bridget Jones).

Già nella primissima puntata si seguono le vicissitudini di Carrie, Samantha, Miranda e Charlotte, quattro donne sui trenta, con un buon lavoro guadagnato con sforzo, single e soprattutto amiche. Ed è questo il vero punto di forza della serie, la diffusione di figure nelle quali il pubblico femminile potesse davvero riconoscersi.
Ci siamo chieste tutte almeno una volta come facessero a mantenere un appartamento a Manhattan, abiti lussuosi, scarpe da 400 dollari ed a permettersi ogni genere evento nella città che non dorme mai (se qualcuno conosce il loro segreto lo riveli al pubblico, per favore), ma quel rapporto tra le ragazze le ha davvero rese quasi familiari perché incredibilmente vere. Non a caso il New York Times al suo debutto scriveva “Sex and the City non è carino, ma è vero”.

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Più di tutto ad imporla nel panorama delle serie più note è stato il linguaggio: le ragazze non hanno paura i parlare apertamente di relazioni e sesso normalizzandolo e sciogliendo alcuni tabù, spiattellando ciò che effettivamente succede in camera da letto.
Negli anni ’60 le donne delle serie rappresentavano il tipico immaginario della casalinga devota alla propria famiglia, immagine poi pressoché scomparsa nel corso del ventennio successivo, ma c’è stata con SATC un’autentica rivoluzione. Fino ad allora non si era mai parlato apertamente di rapporti e nessuno aveva osato mai dire la parola “pompino” in TV, e anche se ormai siamo abituati a sentir parlare di sesso, nel ’98 questa fu una rivoluzione assoluta, tanto che sono state tenute anche lezioni in diverse università in merito.

Forse non è una serie femminista, ma SATC ci ha insegnato a essere più disinvolte, ad amare noi stesse, a conquistare ciò che vogliamo con le nostre mani, quanto sia importante avere delle amiche al nostro fianco e che un paio di belle scarpe possono essere una cura per ogni cuore spezzato.

Ilaria Cavallo

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