Earth Day: cara Terra, ti vogliamo ancora bene

Mentre le giornate scorrono inverosimilmente tendiamo a preoccuparci di molte cose differenti e alcune, a pensarci bene, potremmo considerarle per lo più superflue. Tra le tante ve ne è una di grande importanza e del quale ci siamo dimenticati troppo spesso: la Terra, il nostro pianeta, un posto tanto ospitale da non negare la possibilità di realizzarsi a nessun suo abitante.

Con il passare dei secoli l’uomo ha avuto, come principale obiettivo, quello di evolversi: dall’homo sapiens a quello odierno sono tantissime le scoperte che hanno migliorato lo stile di vita di ognuno di noi. Troppe volte, andando alla ricerca di questa perfezione, come degli egoisti abbiamo finito con il pensare solo a noi stessi e dalle conseguenze delle nostre azioni è così nato l’inquinamento: secondo la Treccani, questo termine è definibile come la «contaminazione di un qualsiasi ambiente o mezzo, naturale o artificiale (acqua, alimenti, colture, ecc.), a opera di batteri o altri agenti (prodotti di rifiuto di stabilimenti industriali, ecc.)». Partendo da qui possiamo dunque dedurre, con una naturale certezza, di essere i principali responsabili dell’attuale deterioramento del nostro pianeta con questo che ha così iniziato a lanciarci dei messaggi: piogge torrenziali, spesso in periodi anche anomali, o temperature estive tendenzialmente troppo alte a partire già dai mesi primaverili sono solo alcuni esempi di ciò che rappresenta un chiaro segnale d’allarme. Tutto questo, pian piano, sta finendo sotto la lente d’ingrandimento dei più: gli adulti, come spesso accade, sono stati i più restii a voler prendere atto di ciò che sta accadendo mentre i primi grandi passi di protesta in questi ultimi anni sono stati mossi dai più giovani, tra cui Greta Thunberg, la quale per prima ha lanciato un metaforico grido d’aiuto. D’altronde si sa, gli adulti hanno fino a oggi ottenuto possibilità di vita le quali, se la situazione non dovesse cambiare, difficilmente, potranno esser godute anche dalle nuove generazioni.

La speranza, tuttavia, come si suol dire è sempre l’ultima a morire: prima ancora dell’attivista svedese dobbiamo ricordare che dal 1970 è nata la giornata mondiale della Terra (Earth Day), la quale oggi viene festeggiata il 22 aprile di ogni anno, esattamente un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera e il cui obiettivo è quello di celebrare l’ambiente e la salvaguardia del nostro pianeta.

L’idea di ciò venne per primo a John McConnell, un attivista per la pace che, in occasione di una conferenza dell’UNESCO a San Francisco nel 1969, propose una giornata per onorare la Terra e il principio di pace. Inizialmente, si decise di fissare la prima celebrazione per il 21 marzo 1970, ovvero il primo giorno di primavera per l’emisfero settentrionale. L’idea piacque e fu di fatto il trampolino di lancio per l’evoluzione dell’evento e per la nascita del vero e proprio Earth Day, soprattutto per merito del senatore Democratico statunitense Gaylord Nelson: pochi mesi prima, infatti, gli Stati Uniti avevano assistito a un gravissimo disastro ambientale quando all’inizio del 1969 una fuoriuscita di petrolio da un pozzo della Union Oil a Santa Barbara portò alla morte di diversi animali, tra cui delfini e leoni marini. La prima edizione si tenne il 22 aprile del 1970 e vide la partecipazione di tantissime persone in tutti gli Stati Uniti, dagli universitari ai membri di associazioni ambientaliste. Con il tempo, quest’evento acquistò una risonanza sempre maggiore e iniziò a essere celebrato a livello mondiale, tanto che a oggi i paesi partecipanti sono 193.

Ora, con l’importanza accumulata negli anni, numerose comunità hanno dato vita alla Settimana della Terra e una grande partecipazione attiva arriva anche all’interno delle scuole di ogni ordine e grado le quali partecipano a numerose attività con l’obiettivo di aumentare sempre più la sensibilizzazione nei confronti di quest’argomento.

In conclusione, ciò che ci auguriamo è che al più presto arrivi una presa di coscienza da parte di tutti per ricordare quanto questo pianeta sia la nostra casa, con una conseguente svolta in vista di un definitivo miglioramento: d’altronde, la Terra, vista da lassù dicono sia bellissima… E crediamo tutti sia arrivato il momento di ripagare la grande fiducia che ha avuto in noi, donataci altresì incondizionatamente. Perché noi, cara Terra, ti vogliamo ancora bene.  

Andrea Bordonaro

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