“Non sono razzista, ma…” è diventata una frase obsoleta, se non sei razzista, non lo sei e basta e non esiste congiunzione avversativa che tenga. È comunque importante dire che non tutte le frasi, comportamenti, atteggiamenti razzisti che si possono avere sono volontariamente fatti con l’intento di essere discriminatori e offensivi, ma la loro reiterazione fa perdere qualsiasi tipo di giustificazione. Quindi non è accettabile, nel 2019, vengano fatti programmi televisivi su rete nazionale o pubblicità di compagnie aeree nazionali, con la blackface
Cos’è la blackface? È un tipo di make up che consiste nel pitturarsi la faccia di nero per mimare o caricaturizzare persone nere, scimmiottandone stereotipati modi di fare. Senza girarci intorno pitturarsi la faccia di marrone è una pratica profondamente razzista, ma sia il razzismo che la “razza” sono percepiti differentemente in base al paese a al luogo in cui ci si trova. In Italia o più in generale in Europa, è vissuto e percepito in un altro modo rispetto agli Stati Uniti, che hanno una storia di schiavismo e di organizzazione sociale basata esclusivamente sulla divisione della società incentrato sull’etnia e sul colore della pelle, è un razzismo che è stato interiorizzato ed istituzionalizzato, che si rispecchia in diversi aspetti della vita e dell’economia del paese.
Ad oggi, soprattutto le nuove generazioni, sono molto più attente a valorizzare l’etnia e la cultura e la storia delle persone che sono considerate di un gruppo minoritario o discriminato. In USA una pubblicità con la blackface avrebbe procurato un caos mediatico tale da mettere a rischio l’azienda che l’ha promosso. In Italia, la mancanza di questo background fa sì che non ci sia questa coscienza sull’argomento e, nel 2019, la blackface viene considerata uno sketch divertente, un’imitazione bonaria senza nessuna declinazione discriminatoria o in mala fede, cosa completamente accettabile fino a quando, come detto da principio, una volta che l’errore è stato fatto notare più volte si continua a perpetrare. Essendo difficile interiorizzare il problema da persona non-nera, ecco i motivi per cui la blackface o scimmiottare qualsiasi altro tipo di etnia è sbagliato:
- La storia della black face è denigratoria e offensiva: il trucco nero sul volto di attori uomini veniva usato negli USA all’inizio del IX secolo per rappresentare persone nere che venivano raffigurate vestite di stracci, ossa nei capelli, pigri ed ignoranti. Decisamente poco lusinghiero.

- Perpetuano stereotipi svilenti: travestirsi da persone di altre etnie non significa semplicemente interpretare qualcuno, ma significa utilizzare la loro cultura, storia e pelle come un costume e un gioco.

- Palesano un più profondo problema sociale: infatti, usare dei travestimenti per rappresentare persone nere o di altre etnie dimostra una scarsa inclusione di queste persone a livello sia mediatico, per quanto riguarda i programmi televisivi, che economico, per quanto riguarda invece le pubblicità. Sembra si preferisca usare un po’ di trucco marrone invece di assumere effettivamente una persona nera.
Il punto fondamentale, alla fine, è che se non si vuole essere razzisti e l’inclusività ed il rispetto ci stanno a cuore, si deve dare ascolto e valore alle parole e alle rimostranze delle persone che vengono personalmente toccate dalla questione, rispettando i loro sentimenti, anche se le intenzioni dietro il gesto non erano malevole. Nel 2019, in un mondo sempre più globale ed internazionale non ci si può più permettere di ignorare certe questioni. Per terminare, se vi state chiedendo se una persona bianca, quindi, non possa più interpretare persone nere perché altrimenti sarebbe offensivo, la risposta è sì, può farlo, ma senza colorarsi il volto. A dimostrazione Tom Holland, uomo e bianco, che interpreta Rihanna in un programma televisivo statunitense.

Beatrice Maschio
Bella esposizione e mi piacciono molto questi tipi di contenuti,continua così!;)
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Grazie mille! 🙏🏼🤩
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