Poche ore fa, in centro, davanti alla sede umanistica, vi è stato un Flash Mob dedicato alla questione che da settimane grava su molti studenti di Unito: l’amianto.
Con la chiusura di Palazzo Nuovo, molti studenti si sono riuniti oggi, muniti di mascherine, in 5 minuti di serietà e silenzio, davanti all’edificio che normalmente erano abituati a frequentare ma che si è rivelato per quello che è, ovvero un luogo pericoloso per la salute.
Da qui l’idea di alcuni studenti del DAMS, anch’essi sfrattati dalla sede: manifestare in modo pacifico e originale, dimostrare l’indignazione di tutti con un gesto particolarmente eloquente.
Riesco a parlare con uno degli organizzatori, Alessandro Principato, che gentilmente si rende disponibile per raccontarci qualcosa di più prima dell’inizio dell’evento, che precisamente si è svolto dalle 12.00 alle 12.05.
In cosa consiste il Flash Mob di oggi?
Si tratta di un’iniziativa molto semplice e, speriamo, efficace. Le persone che aderiranno staranno in piedi davanti a Palazzo Nuovo con delle mascherine sulle vie respiratorie in silenzio, per 5 minuti. Ci sono subito venute in mente le mascherine, perchè sono un rimando esplicito all’amianto, ma in secondo luogo sembrano (e sono) dei bavagli, perchè comunque chiudendo il polo umanistico dell’Università di Torino è un po’ come se avessero imbavagliato il mondo della parola.
Abbiamo quindi pensato che l’immobilità qui davanti e il silenzio fossero abbastanza esplicativi del nostro disagio.
L’evento su Facebook ha riscosso 670 partecipazioni e oggi alla manifestazione stessa ci sono state un centinaio di figure immobili davanti al Palazzo incriminato.
Foto di Silvia Gemme
Nasi e bocche coperti dalla mascherine, sguardi di rancore, corpi tesi immobili e anche un po’ di pioggia per completare il panorama tetro e desolante che tutti noi siamo costretti a subire, ma che non vogliamo accettare, nella speranza che questa iniziativa non passi inosservata.
Veronica Repetti