ARTIVISMO E MIGRAZIONE: la Frontera Norte e le caratteristiche dell’artivismo (pt. III)

Il muro

La Frontera Norte è quel confine che separa il Messico dagli Stati Uniti d’America: si tratta di una frontiera di circa 1400 km che va dall’Oceano Pacifico all’Oceano Atlantico. La frontiera attraversa zone fluviali, foreste e deserti: il Rio Bravo, i deserti di Sonoro e Chihuahua, il Rio Colorado. È caratterizzata dal maggior numero di attraversamenti illegali al mondo (circa mezzo milione all’anno), di cui però, per l’impossibilità a quantificare, non si sanno i morti.

Questa frontiera è coperta per un terzo da un Muro, il resto da frontiere naturali. La costruzione è iniziata nel 1994 sotto la presidenza di Clinton; Obama ha finanziato consistentemente il muro; Trump ha sponsorizzato molto la sua politica anti-migrazione. È alto fra i 3 e i 6 metri. Gli Stati coinvolti nell’attraversamento sono California, Arizona e Nuevo Mexico. Dato l’enorme numero di persone che cercano di superare il confine per mare, l’obbiettivo sarebbe quello di estendere il muro attraverso l’oceano. Al momento è costato 7 milioni di dollari. Il sistema di sicurezza è molto scrupoloso: tre barriere di contenimento, illuminazione ad alta intensità, rilevatori di movimento, vigilanza permanente con fuoristrada, elicotteri con mitragliatrici, droni, telecamere, satelliti e soldati. Da qui la “scelta” dei migranti di attraversare fiumi e deserti.

Numerose superfici del muro sono ricoperte da bare numerate dei cadaveri dei morti oppure da delle croci all’altezza di dove sono stati ritrovati i cadaveri: in alcuni casi col nome, altri riportano la scritta “sconosciuto”.

L’artivismo

Tra i numerosi artisti che denunciano il sistema del Muro vi è Oscar Martinez, autore de “La bestia(2014). Martinez è un giornalista messicano che fa parte della cosiddetta corrente del giornalismo narrativo (in Italia ne è esempio Saviano). Egli decide di seguire la rotta dei migranti camminando con loro e salendo sul treno merci che attraversa i 5000 km del Messico dalla frontiera sud a quella nord. I migranti si lanciano su questo treno che viene vissuto come una bestia mitologica chiamata appunto “La bestia”. Pubblica 14 cronache sul suo viaggio in un giornale che poi riunisce in un libro, “La bestia”.

https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fwww.labottegadelbarbieri.org%2Fmessico-gli-indocumentados-divorati-da-la-bestia%2F&psig=AOvVaw2b6Fxcnu-5mmnBiW1j92cJ&ust=1697125906974000&source=images&cd=vfe&opi=89978449&ved=0CBEQjRxqFwoTCOid2Ois7oEDFQAAAAAdAAAAABAE

Migrantes. Verso il sogno americano(2015)  è invece il diario dell’attivista italiano Flaviano Bianchini. Decide di buttarsi in un’esperienza estrema per comprendere la situazione dei migranti: prende il suo passaporto e lo rinchiude in una cassaforte, assumendo le false generalità di un peruviano. A differenza di Martinez che non abbandona le sue vesti di giornalista e viene accompagnato da un fotografo, Bianchini si mette a fare il migrante fra i migranti. Con l’aiuto di Giovanni Ballati, il giornalista trasforma la cronaca narrativa in graphic novelIl mondo si sta muovendo” (tavola illustrata, 2019).

Anche la narrazione del messicano Emiliano Monmge, “Terra bruciata(2017), racconta l’attraversamento della Frontera Norte. Monmge lo descrive come un “viaggio nell’inferno” ispirandosi alla Divina Commedia e ai principi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Non dimentichiamoci, infatti, che l’articolo 13 della Dichiarazione dei Diritti Umani, approvata nel 1948 dalle Nazioni Unite, tutela il diritto di ogni individuo a muoversi.

Caratteristiche dell’artivismo

La letteratura e l’arte, dunque, si fanno portavoce -analizzando e smascherando- dei più deboli e delle vittime della Storia, i cosiddetti “travolti”. In che modo fanno ciò? Analizziamo quelle che sono le caratteristiche delle espressioni artistiche afferenti all’artivismo di cui abbiamo visto qualche esempio:

  • Il dialogo cross mediale: la tendenza a mettere in contatto più forme di rappresentazione, come la scrittura, la fotografia, il blog, le opere figurative, il video.
  • La co-partecipazione tra lettori e protagonisti nella costruzione del testo come nucleo fondante.
  • La polifonia delle voci narranti: vi è un decentramento dell’individualismo dell’io dell’autore che diventa un semplice intermediario.
  • L’impegno verso la costruzione di vincoli sociali di coinvolgimento ed empatia e la produzione del desiderio anziché l’attenta osservazione dei canoni estetici (bellezza, armonia e composizione). Con desiderio si intende la ricerca di un mondo migliore. L’arte, di fronte alle atrocità a cui si trova ad assistere, informando gli spettatori tenta di scuoterne le coscienze e partecipa alla produzione di un desiderio di cambiamento: maturare un nuovo tipo di cultura, quella della non violenza.

Il valore dei testimoni è quello di mettere in circolazione il loro atto oblativo in modo che gli altri ascoltino e vedano la loro testimonianza. Nel momento in cui veniamo a conoscenza di un fatto lo condividiamo con altri, concorrendo alla costruzione di una memoria globale (l’idea di farsi testimoni). Chi fa dell’artivismo il fondamento della propria arte non si pensa semplice osservatore, ma come soggetto attivo della catena testimoniale.

Nicole Zunino

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