Inferno a Notre-Dame: ecco cos’è successo alla cattedrale di Parigi

Nel tardo pomeriggio di lunedì 15 aprile 2019 il mondo intero è rimasto col fiato sospeso: Notre-Dame, la Signora di pietra che per quasi un millennio ha vegliato su Parigi, è in fiamme.
Edificata tra il 1163 e il 1344, la cattedrale è tra i principali luoghi turistici e di culto della città, nonché fonte d’orgoglio per i parigini; nessuno avrebbe mai pensato di vederla distrutta.

Il rogo ha colto tutti alla sprovvista e per poterlo domare completamente è stato necessario l’intervento di circa 500 vigili del fuoco all’opera per tutta la notte. Si è7ec912479d4e45f08bb3adf9a3be9e77 trattato di una vera e propria missione di salvataggio: se l’incendio avesse raggiunto gli iconici campanili avrebbe potuto causare il crollo dell’intera struttura.
I danni maggiori riguardano la guglia centrale, collassata su se stessa, il tetto danneggiato per due terzi e parte della navata, ed è un caso fortuito che non sia stato recato danno alle preziose reliquie né alle numerose opere d’arte interne ed esterne.

Per quanto riguarda la causa scatenante, la polizia francese ritiene si sia trattato di un corto circuito provocato da un montacarichi interno alla struttura costruita attorno alla guglia –oggetto di un’opera di restauro.
Da quell’iniziale scintilla l’incendio è poi rapidamente divampato lungo tutto il tetto composto da un fitto reticolo in legno.

Complice è stato però un eccessivo ritardo nell’intervento causato da un sistema antincendio poco efficace.
Benjamin Mouton, l’architetto che ne ha supervisionato la realizzazione, ha rivelato come in caso di rilevamento di fumo non venga inviato l’allarme direttamente ai vigili del fuoco, ma a una guardia della cattedrale incaricata di controllare di persona e, eventualmente, allertare i soccorsi.
Tale procedura causa un’inevitabile perdita di tempo.

Foto panoramica cattedrale notre dame
Fotografia panoramica della cattedrale vista dall’alto

Quel giorno le guardie sono state avvertite da un primo allarme alle 18.20 che non ha destato preoccupazione, e alla seconda segnalazione alle 18.49 le fiamme erano già parecchio estese.
C’è stato un ritardo di circa mezz’ora dalle prime avvisaglie dell’incendio all’effettivo intervento che ha causato i danni di cui siamo stati testimoni.

Mouton ha inoltre rivelato come fosse la struttura stessa a recare problemi per l’istallazione di sistemi più efficaci, a causa dell’intreccio di travi presente nel tetto che costituiva un ostacolo per la realizzazione di impianti antincendio o muri tagliafuoco, che avrebbero comportato necessarie modifiche alle travi nel tetto, mentre l’istallazione di sistemi automatici avrebbe potuto causare il danneggiamento del legno in caso di falsi allarmi.
Si è dunque optato per un metodo di supervisione da parte delle guardie nonostante il rischio di intervento poco immediato.

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Dopo l’incendio la solidarietà: non è ancora stata fatta una stima effettiva dei costi necessari per il restauro, ma sono già stati donati circa 800.000 euro da enti pubblici e privati.

Parigi ancora piange l’accaduto, ma i pronostici sono favorevoli: Notre-Dame risorgerà come una fenice dalle proprie ceneri.

Ilaria Cavallo

 

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