Paragrafo 175: trent’anni dopo l’abrogazione

Cos’è il paragrafo 175

Tra gli studiosi di storia della sessualità il paragrafo 175 del codice penale tedesco è tristemente noto: istituito nel 1871, con la fondazione del secondo Reich tedesco, stabiliva che “un atto sessuale innaturale commesso tra persone di sesso maschile o da uomini con animali è punibile con la reclusione”: insomma, una criminalizzazione dell’omosessualità maschile. In quel caso non si trattava infatti di un maschile sovraesteso: l’omosessualità femminile non era ritenuta pericolosa per il sistema come quella maschile. Con le lenti del presente appare a molti come un’assurdità – anche se l’omosessualità è ancora considerata un reato in 63 paesi al mondo – ma pochi sanno che questo paragrafo, con variazioni e restrizioni, venne abrogato soltanto nel 1994 a livello nazionale.

Un po’ di storia

Già nel 1897 era nato il Comitato Scientifico Umanitario, fondato dal sessuologo Magnus Hirschfeld, che aveva come obiettivo l’abrogazione del paragrafo 175 e l’accettazione sociale dell’omosessualità, vista come una disposizione naturale. Iniziarono quindi a diffondersi molti club omosessuali a Berlino (come il famoso Eldorado) e nella Germania intera, che fiorirono nei dorati anni Venti, sotto la Repubblica di Weimar (1918-1933), con un diffuso atteggiamento di tolleranza verso la libertà sessuale, che i nazisti, in corsa per il potere, non mancarono di condannare. Durante il dodicennio nero il regime nazista perseguitò gli omosessuali, sciogliendo associazioni, club e giornali, e arrestando in quegli anni centomila persone in base al paragrafo 175.

A metà degli anni Trenta ci fu un’escalation delle persecuzioni, che culminarono nel 1935 con le Leggi di Norimberga, che stabilivano disposizioni speciali contro la seduzione dei minori e l’abuso dei rapporti di dipendenza: gli omosessuali erano considerati dei veri e propri nemici del Volk. La persecuzione continuò durante la Seconda guerra mondiale, anche se molti vennero mandati al fronte, e ancora di più (si stima tra i 5 e 15 mila) vennero internati nei campi di concentramento. Secondo alcuni erano tra i gruppi più abusati nei campi, sottoposti spesso a castrazione forzata, con una sopravvivenza difficile per via dell’isolamento di cui erano vittime. Con la liberazione da parte degli Alleati, tuttavia, molti passarono dai Lager alla prigione. Gli Alleati, infatti, non intaccarono le leggi preesistenti, trattandosi di un paese devastato e immerso nelle macerie. Dal 1949 in poi, conviene parlare di storia delle due Germanie.

Nella Germania Est le aggiunte naziste al paragrafo 175 vennero annullate nel 1950, l’omosessualità venne considerata come un crimine fino al 1968, e il paragrafo venne abrogato nel 1988, mentre nella Germania Ovest le aggiunte naziste vennero mantenute fino al 1969. Dal marzo 1994 il paragrafo 175 venne, infine, eliminato dal codice penale tedesco con l’unificazione della Germania dell’Est e della Germania dell’Ovest nella Repubblica Federale Tedesca. Nel 2002 venne concessa la grazia per gli omosessuali condannati dai nazisti, mentre nel 2016 vennero condonate le condanne inflitte dopo la Seconda guerra mondiale. Solo nel 2021 venne stabilita una compensazione per gli uomini vittime del paragrafo 175. Nel 2000 venne realizzato il documentario Paragraph 175, che raccolse le testimonianze di cinque sopravvissuti ai campi, che scelsero di raccontare la loro storia, dimenticata dalla storiografia ufficiale.

In Italia

Molti non sanno invece che in Italia l’omosessualità era stata decriminalizzata già nel 1889 con il codice Zanardelli: i fascisti non la trasformarono mai in crimine, in quanto per loro era importante stigmatizzare gli omosessuali, facendone più una questione sociale che penale. Contro di loro vennero usate altre leggi, come l’offesa al pubblico pudore, la corruzione dei minori, e molti furono mandati al confino. Paradossalmente, l’assenza di una legge ad hoc rende, per gli esperti, gli studi in materia più impervi e difficili, perché non c’è nessun registro dei condannati, non essendoci un reato.

La situazione oggi

Crediti: Internazionale;
https://www.internazionale.it/opinione/claudio-rossi-marcelli/2017/12/08/matrimoni-egualitari-europa

Oggi l’Italia in materia di diritti non è sicuramente la prima della classe in Europa: dal 2016 sono sì state concesse le unioni civili per coppie dello stesso sesso, ma questo non vale per il matrimonio egualitario né per una legge contro l’omolesbotransfobia – ricordiamo l’affossamento del ddl Zan il 25 ottobre 2021. Di contro, il quadro in Germania è molto diverso: le unioni civili esistono dal 2001, dal 2017 è stato concesso il matrimonio egualitario e l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso, e in alcuni Länder sono state approvate delle leggi contro i crimini d’odio. Ma la questione non sembra toccare il governo italiano in carica, che quest’anno a maggio non ha aderito a una dichiarazione europea sui diritti della comunità LGBTQIA+.

Anna Gribaudo

Crediti immagine in evidenza: https://unsplash.com/it/foto/semaforo-nero-acceso-semaforo-verde-jMwvXP860fU?utm_content=creditCopyText&utm_medium=referral&utm_source=unsplash

Un commento Aggiungi il tuo

  1. Mister E ha detto:

    Grazie per questo approfondimento

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