Da X Factor al metal: “Scemi e Contenti” di Etta

Nel mare di trap e afrobeat che sta dominando il mercato musicale italiano, di pari passo con l’indie e con il mai morto cantautorato, di quando in quando emerge qualcosa di diverso e che merita di essere preso in considerazione. Si sta parlando, appunto, di Scemi e Contenti, secondo album di Etta. Al secolo Maria Antonietta Di Marco, classe 1995 e originaria di Sessa Aurunca (provincia di Caserta), ha partecipato a X Factor nel 2021, ha vinto Area Sanremo nello stesso anno ed è andata virale quest’anno con Amadeus, con un irriverente pezzo indirizzato al noto conduttore di Sanremo, che ha spopolato su Tik Tok e nei reel di Instagram. Era dunque arrivato il momento per un altro album, dopo Diverso, del 2019, e dopo il gran numero di singoli pubblicati nei mesi scorsi. Prodotto da V-Rus della B Music Records e distribuito dalla ADA Music Italy (braccio indipendente della Warner), si inserisce nel solco già tracciato dal precedente EP di Etta, Stress, del 2022. Era già evidente in questo lavoro una decisa virata dal pop “xfactoriano” a un sound più duro e meno incline al commerciale, ma è con questo LP che si arriva al compimento della vera e propria trasformazione della giovane artista campana.

Etta, alias Maria Antonietta Di Marco. Cortesia di Daruma View.
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Si parte con Nervous, dalle sonorità grunge, con un testo incentrato sulle pressioni e sulle aspettative sociali tipiche della società capitalista e della famiglia, a cui lei risponde, appunto, dichiarando di essere nervosa. In un pezzo ci sono già le premesse per un album interessante. Si prosegue con Game Over, sempre sulla stessa tematica, con delle influenze elettroniche da big beat che suscitano interesse e che dimostrano il forte legame tra Etta e i gusti della Generazione Z. Tocca poi alla title track, Scemi e Contenti, in featuring con Vipra (rapper pugliese emergente), con vibes decisamente punk e acide, mitigate nel bel mezzo della canzone da uno special completamente all’opposto col mood generale, che ci racconta come vive bene chi non sa nulla dei problemi del mondo (ovviamente con sarcasmo). Segue poi Sexy Boy, in cui si denuncia il problema del catcalling, ossia le molestie per strada, con la cantante che immagina un mondo al contrario, in cui gli uomini sono vittime del problema. Un’idea azzeccata e che funziona bene. C’è poi una cover di un pezzo famosissimo di Edoardo Bennato, Chi Beve, Chi beve, in cui si parla del degrado di Napoli, delle promesse mai mantenute dallo Stato e della quotidianità dei cittadini. Se il pezzo di Bennato appartiene a un periodo più pop della sua carriera, la versione di Etta è decisamente più arrabbiata e ciò restituisce potenza e attualità al testo.

Edoardo Bennato in concerto nel 2022. Cortesia di rockon.it.
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Seguono due brani un po’ sottotono, Britney e Big Drama; nemmeno il featuring con IN6N (artista emo e hardcore romano) riesce a rendere brillante quest’ultima. Si riparte poi con Humanity, di influenza nu metal e melodic, più intima e romantica, che sa toccare certe corde e lo fa con gusto. La traccia successiva, Angel, collaborazione con le Bambole Di Pezza (band punk tutta femminile di Milano), demolisce a colpi di chitarra e voce roca lo stereotipo della “donna angelicata”, rivendicando una personalità e una diversità troppo spesso negata al genere femminile a causa del maschilismo. Segue Pornostar, in cui si sottolinea l’ipocrisia di sessualizzare le donne e poi disprezzarle quando si appropriano di quella sensualità e della propria femminilità, magari facendoci addirittura del profitto. Viene poi il turno di Never, con Bunna (il leggendario membro degli Africa Unite). Questo è forse il pezzo più politico dell’album: all’inizio si sentono discorsi della Meloni, di Salvini, di Trump, ma anche di Totò e di Cetto Laqualunque (maschera del bravissimo Antonio Albanese), quindi la voce di Etta piomba come una palla demolitrice a distruggere tutte le loro promesse non mantenute, riprendendo Chi Beve, Chi Beve, ma estendendo la critica a tutta la classe dirigente. Quando entra in scena Bunna, la canzone assume un sapore decisamente reggae, per poi tornare dura e metallica non appena torna protagonista lei. In POP – Rock Version, in featuring con Adriana, Etta riprende un suo vecchio pezzo del 2022, adattandolo al suo nuovo, graffiante stile e rendendo ancora più evidente cosa pensa del mercato musicale mainstream: non gliene importa molto, mettiamola così. Conclude il tutto Bionico, ballad che parte trap e poi si trasforma in hard&heavy, forse a sottolineare il percorso dell’artista, che mette a nudo il suo cuore sofferente e dà una fine emotiva e quasi delicata a questo album così forte, nelle melodie come nei testi.

Bunna sul palco del Rototom Sunplash, il più grande festival reggae d’Italia. Cortesia di Dolce Vita.
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Insomma, dopo il glam rock di plastica dei Maneskin e con una scena underground rock e metal che in Italia langue da troppi anni, finalmente si affaccia qualcosa di diverso e di autentico, con un suono deciso, pesante per gli standard nazionali e capace di smuovere un mercato musicale letargico, che concede poco spazio alle nuove proposte. Etta Di Marco è un’artista interessante e che vale la pena seguire nel suo percorso; ha molto da dire e non ha paura di farlo. Cosa riserverà il futuro a questa promettente metalhead tutta italiana?

Vincenzo Ferreri Mastrocinque

Crediti immagine copertina di Instagram: https://www.ck12.it/2021/09/29/etta-chi-e-cantante-x-factor-2021/

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