Colombe, corone, pirati e molto altro. Cosa ci dicono i simboli delle prossime elezioni Europee.

Il 22 aprile alle 16 è scaduto il tempo previsto per la presentazione dei simboli per le elezioni europee, che si terranno l’8 e il 9 giugno.

Poche regole stabiliscono la procedura, l’inadempienza a queste prevede l’obbligo di sostituzione del simbolo.

Uno dei simboli a incorrere in questo obbligo è quello di Stati Uniti d’Europa, depositato per conto della lista Marco Pannella, a causa della confondibilità con quello della lista composita Stati Uniti d’Europa, presentato per primo e quindi privilegiato.  Questa lista è una delle sole otto che presentano nel logo anche la dicitura del partito europeo di riferimento, in questo caso Renew Europe, che compare anche nel simbolo della lista di Carlo Calenda. Forza Italia è l’unico tra i rappresentanti del governo a riportare la dicitura dell’europartito di riferimento all’interno del logo, il Partito Popolare Europeo. Questo sembrerebbe dimostrare come l’attenzione dei partiti e degli elettori italiani sia incentrata più sull’ambito nazionale che su quello europeo.

Un altro caso è quello del logo di Insieme Liberi, quasi identico a uno dei contrassegni presenti nell’emblema da record della lista di Cateno de Luca. Si parla di un record a causa dei numerosissimi altri simboli al suo interno, ben diciassette tra i quali Noi agricoltori e pescatori e Noi ambulanti uniti, pressoché invisibili sulla scheda elettorale, dove i più piccoli misureranno circa due millimetri di diametro! La “follia” del progetto ha raggiunto vette altissime, tant’è che il responsabile del design del logo, Max Barbera, in un’intervista ha dichiarato: «Cateno mi chiamava la notte, voleva aggiungere sempre un nuovo simbolo».

Un’usanza solo italiana è quella di riportare nel simbolo il nome del leader di lista. Si tratta di una consuetudine completamente sconosciuta durante la Prima Repubblica, dove a contare erano le ideologie molto più dei loro singoli rappresentanti. I primi esempi di questo fenomeno risalgono, infatti, al passaggio dagli anni Ottanta ai Novanta, momento di crisi ideologica e politica. Come ricorda Gabriele Maestri, «il primo caso è stato quello della lista Pannella alle elezioni politiche del 1992». Quest’anno gli emblemi che riportano il nome del leader sono undici, tra i quali è interessante ricordare Berlusconi presidente nel simbolo di Forza Italia, nonostante il Cavaliere sia morto da più di un anno. Si tratterà forse di un tentativo di far leva sul tasto emotivo degli elettori, come quando, alle elezioni europee del 1984, il Partito Comunista superò per la prima volta la Democrazia Cristiana grazie anche all’onda di affetto seguita alla scomparsa del giovane segretario Berlinguer.

Il nome di Giorgia Meloni è più visibile di quello del suo partito. La presidente del consiglio, inoltre, è l’unico capo di governo dell’Unione Europea a candidarsi per le elezioni; la si potrà votare anche scrivendo solamente “Giorgia”. Carlo Calenda non solo compare nel simbolo della lista Azione, ma ha anche scelto di candidarsi in prima persona, nonostante per anni si fosse dichiarato critico nei confronti di quest’usanza, considerata da molti come una presa in giro nei confronti degli elettori. Matteo Renzi è l’unico tra i leader candidati a dichiarare che, se fosse eletto, accetterebbe effettivamente il ruolo. Qual è, infatti, il problema di questa pratica? Chi ha già un ruolo nelle istituzioni italiane dovrebbe rinunciarvi se volesse accettare quello di parlamentare europeo.

Non mancano, poi, stranezze di vario genere. Sono presenti ben due partiti di pirati: il Partito Pirata Italiano e i Pirati, il quale fa riferimento esplicito al Partito Pirata Europeo. I due loghi sono risultati entrambi ammissibili a causa del nome diverso e delle grafiche molto riconoscibili, differentemente rispetto al 2013, quando i due partiti erano stati coinvolti in controversie grafiche.

Da 30 anni a questa parte, poi, viene presentato a ogni occasione elettorale il simbolo del Sacro Romano Impero, partito istituito da Mirella Cece – fondatrice e, letteralmente, volto anche delle altre cinque formazioni presenti nel simbolo – insieme alla croce-bilancia della Giustizia e a un manto sovrastato da una corona. Altra corona si trova nel simbolo di Italia Reale, partito monarchico legato all’Alleanza Europea dei Movimenti Nazionali.

Anche la parola pace fa la sua comparsa ben due volte. Essa è presente nel logo di Pace Terra Dignità, lista promossa da Michele Santoro, dove si trova anche una colomba, per la quale è sorta una diatriba con i Verdi del Sudtirolo, che però non hanno presentato liste per le europee. Il giornalista si è difeso con argomenti della Storia dell’arte: la sua colomba sarebbe stilizzata, mentre quella dei Verdi richiamerebbe invece la “Colomba della pace” di Picasso. Questa spiegazione toglie forza di novità al simbolo avversario. Anche il Movimento 5 Stelle ha scelto la parola “pace” per il suo simbolo, andando incontro ad accuse di strumentalizzazione, e ha rappresentato il primo caso di hashtag nella storia delle elezioni in Italia.

Molti altre sarebbero le curiosità sui numerosi emblemi elettorali proposti ma ci si ferma qui. Invito chi volesse approfondire l’argomento a consultare il sito isimbolidelladiscordia.it e, per una prospettiva storica, gli consiglio il libro “Per un pugno di simboli”, entrambi di Gabriele Maestri.

Giulia Menzio

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