Perché Seaspiracy è stato criticato da vegani e non [pt. II]

Allora, avete visto #Seaspiracy?

In questa seconda puntata, @lightbluealice ci parlerà di #acquacoltura – ossia un metodo spesso pensato come “soluzione” allo sovrasfruttamento dei mari -, di certificazioni non particolarmente efficaci, di inquinamento da #plastica negli oceani, e infine dell’impatto sociale della pesca.

Sapevate, ad esempio, che alcuni pescherecci sono stati accusati di “schiavitù contemporanea”?

Come sempre, con prove scientifiche e testimonianze, analizzeremo i fatti riportati in Seaspiracy e cercheremo di trarne le somme.

Fateci sapere nei commenti se avete visto il film e qual è stata la vostra reazione!
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#recensionifilm #recensioninetflix #veganitalia #alitabrizi #ecologia #savetheoceans #salviamoglioceani #seaspiracydebunk #plasticpollution #retezerowasteitalia #plasticfreeitalia #dirittiumani #microplastiche #greatpacificgarbagepatch #certificazionemsc #sovrappesca #overfishing #ancheipesci

Perché Seaspiracy è stato criticato da vegani e non [pt. I]

Se avete qualche amic* vegan*, probabilmente vi avrà già consigliato di vedere assolutamente #Seaspiracy, il recente “documentario” su Netflix.
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Attorno al film si è creato un polverone, non solo per le verità che mette in mostra, ma anche per il modo in cui lo fa, e le critiche sono arrivate talvolta persino dalla comunità #vegan.
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La domanda a cui tenta di rispondere Seaspiracy è “esiste la pesca #sostenibile?”
Nell’articolo di @Alice Tarditi, ex-studentessa di un Master in #Sostenibilità Socioambientale delle Reti Agroalimentari, cercheremo di capirlo, anche attraverso le critiche mosse al documentario.
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#recensionifilm #plantbaseditalia #veganitalia @essereanimali #alitabrizi #pescasostenibile #savetheoceans #dolphinfriendly #ecotips #overfishing #seaspiracydebunk #recensioninetflix #zerowasteitalia #plasticfreeitalia #greenpeaceitalia

Greenwashing parte II: il fenomeno in pratica

Dopo aver affrontato il #greenwashing dal punto di vista teorico, nell’articolo di @lightbluealice analizziamo due recenti casi pratici: si tratta degli spot dello #shampoosolido lanciato da @garnieritalia, e della collezione in #pizzoriciclato di @tezenisitalia.

In particolare, bisogna sapere quali domande porsi e quali critiche muovere alle affermazioni “tinte di verde” da parte delle aziende: fra queste è essenziale riconoscere che #green non necessariamente significa #sostenibile.

Se conosci altri casi di greenwashing, segnalaceli nei commenti!

#sostenibilitàambientale #boycottfastfashion #viveresostenibile #ecologia #ambiente #ecotips #fridaysforfutureitalia #spesasfusa #cosmeticisolidi #modaetica #modasostenibile #economiacircolare #debunking

8 tecniche di storytelling: come catturare il pubblico tramite la narrazione

Di recente, uno degli strumenti diventati imprescindibili nelle strategie di #marketingaziendale (e non solo) è lo #storytelling, ossia l’arte di raccontare delle storie e – tramite queste – trasmettere valore.
Per riuscire a emergere al giorno d’oggi però, quando lo storytelling si vede usato, talvolta abusato e mis-utilizzato soprattutto nella #narrazionedigitale, è fondamentale saper padroneggiare le sue tecniche. Oggi più che mai con storytelling si intende la capacità non soltanto di narrare delle storie, ma soprattutto di intrattenere il proprio pubblico, stimolarne l’immaginazione, suscitare emozioni, piuttosto che bombardarlo di dati e immagini.

In questo articolo di @Alice Tarditi si trova una specie di “manuale” di tecniche di storytelling, con esempi tratti dalle #storie più celebri, che siamo cert* potrà tornarvi utile in qualunque occasione in cui dovrete esporre le vostre idee e conferire loro valore.

#storytellingitalia #marketingaziendale #copywriterfreelance #scrivere #leggere #persuasione #brandidentity #racconti #raccontibrevi

Il mestiere dell’odiatore

Coloro che sono familiari con i romanzi di Murakami Haruki, riconosceranno l’assonanza del titolo con il romanzo “Il mestiere dello scrittore”.

E in effetti – oggi più che mai – il mestiere dell’#odiatore e l’arte della scrittura sono strettamente collegati.

In questo articolo di @lightbluealice si osserva il fenomeno degli #haters, soprattutto quelli contemporanei, il cui #odio si riversa sui social network alla pari di veri e propri raid.

L’odio sui social è un fenomeno di gruppo: si forma nei gruppi segreti su Telegram o su Facebook, per poi convergere negli sh*tstorms.
E oggi, l’odiatore non prende più di mira solamente personaggi famosi, oppure le minoranze, bensì il “nemico pubblico” del mondo intero – che però per l’hater non esiste – la pandemia.

#iosonoqui #bollainformativa #coronavirus #debunker #thebunking #discorsid’odio #divulgazione #facebook #fakenews #hater #hatersgonnahate #informazione #negazionisti #notiziefalse #odiare #pandemia #shitstorm #telegram #vitimedìodio #thepassword #thepasswordunito #unito

A cosa serve l’eMergia?

Nell’ultimo articolo di Alice Tarditi (@lightbluealice) abbiamo scoperto che esiste qualche cosa che si chiama #eMergia, e che a causa di ciò, #biofuel, pannelli solari, sacchetti biodegradabili, #autoelettriche potrebbero non essere soluzioni così sostenibili, mentre non esiste pressoché alcun “#impattozero”.

Tramite calcoli e rapporti fra #risorserinnovabili e #nonrinnovabili, sarete in grado di sfatare ogni tentativo di #greenwashing, e se alla fine la #sostenibilità vi sembrerà solo un miraggio, non scoraggiatevi, perché l’eMergia ci restituirà la sua formula, fondamentale per contrastare la #crisiclimatica.

#cambiamenticlimatici #ambiente #ecologia #greentips #aimpattoridotto #viveresostenibile #thepassword #thepasswordunito #unito

Che cos’è l’eMergia

No, non c’è alcun errore nel titolo: questo articolo di @Alice Tarditi tratta proprio di #eMergia.
Il termine nasce dalla fusione di “embodied” ed “energy”, per indicare tutte le risorse – dal sole, all’acqua, al lavoro, ai materiali, ai servizi – che sono state necessarie per produrre qualcosa.
Se il concetto vi sembra complesso (e non avete ancora letto come si calcola!), non preoccupatevi: conoscere l’eMergia non è fine a se stesso, bensì permette di adottare un #pensierocritico riguardo alla #sostenibilità e al valore delle cose.
È in questo modo che soluzioni come ad esempio gli impianti per la produzione di #biofuel, o i pannelli solari, non vi sembreranno più “a impatto zero”, e riuscirete a riconoscere i costi che qualsiasi servizio o prodotto porta con sé.
Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate!

#ecologia #ambiente #fridaysforfutureitalia #energia #lca #lifecycleassessment #sistemicomplessi #impattoridotto #zerowaste #zerowasteitalia #ecoword #emjoule #cambiamenticlimatici #crisiclimatica #savetheplanet #ecosostenibilità

7 motivi per cui dovreste conoscere VanVerBurger (anche se non siete vegani)

Forse li avete già notati appostati nei pressi di qualche parco, oppure sul #lungodora, in un van dipinto di blu che viaggia contro corrente: hanno avviato un’attività ristorativa in pieno lockdown, rifiutano di prendere parte allo sfruttamento dei rider per le consegne a domicilio, uno dei due da piccolo sognava di fare il macellaio, e ora preparano i panini #plantbased più ricercati di #Torino.

Per questo articolo, Alice Tarditi ha intervistato @vanverburger, e ha trovato sette motivi per cui dovreste conoscerli pure voi (anche se non siete #vegan)!

#veganitalia #torinoèlamiacittà #vanverburger

È iniziato il Dry January

Il nuovo articolo di Alice Tarditi offre uno spunto per iniziare l’anno carichi di buoni propositi: gennaio è tipicamente il mese del cambiamento, alcuni di noi stanno seguendo il #Veganuary, mentre in Francia, Svizzera e UK è iniziato #dryjanuary.

Nata nel 2014 grazie all’associazione Alcohol Concern UK @alcoholchangeuk, l’iniziativa propone di impegnarsi in un mese senza alcolici. Se pensate sia banale, dovreste leggere i rapporti riguardo al consumo di alcol in UK, alle dipendenze, alle ripercussioni sulla salute.

Questo in particolare è stato un anno insidioso: pandemia, lockdown, solitudine, incertezza o addirittura la perdita di persone care.
Ciononostante, Dry January torna, con una community che quest’anno conta 6,5 milioni di partecipanti.

Come rendere i tuoi pacchetti regalo più sostenibili

Sempre di più si parla – soprattutto di recente, con la diffusione di una maggior coscienza ecologista – dell’impatto sociale e ambientale provocato dalle festività natalizie.
Per rendere il Natale un momento più “ecologico”, le alternative sono molte: la scelta dell’albero, dei regali, del menù del cenone, e persino del come presentare i regali.

Esistono diversi modi per presentare un regalo, senza ricorrere alle tipiche carte rosso-oro-verdi plastificate (e quindi non riciclabili) e alle montagne di scotch non riutilizzabile.

Qualche idea semplice, economica, ma soprattutto ecologica, per dei pacchetti regalo più sostenibili.

#ecotips #sostenibilità #ecologia #ambiente #riciclo #riuso #Alicetarditi #autoproduzione #riciclocreativo #zerowasteitalia #zerowaste #plasticfree