Dior. La magia di uno stile

Le presentazioni dei libri sono un ottimo modo per entrare in contatto con l’atmosfera dei fatti narrati e con l’idea originale dell’autore o dell’autrice: è proprio ciò che accade al Circolo dei Lettori di Torino, luogo di cultura e incontro, tappa fissa per gli amanti della lettura. L’ultima conferenza a cui ho avuto il piacere di partecipare è stata quella in occasione della presentazione del libro Dior. La magia di uno stile, in cui l’autrice, Alessia Lautone, ha dialogato con la giornalista ed esperta di moda Barbara Odetto e la giornalista Germana Zuffanti. Seppur conoscendo già la storia e il lavoro del noto stilista francese, in quest’occasione ho potuto coglierne diverse sfumature e conoscere aneddoti interessanti di cui non avevo ancora sentito parlare. Il libro, infatti, parla non solo della storia di Dior e di come sia arrivato al successo, ma anche di inclusività, di donne e, come già citato, di curiose chicche sulla sua vita: il tutto è ancora più interessante se raccontato da una giornalista non di moda che è andata ad informarsi di persona sui luoghi di vita dello stilista; infatti la Lautone è attualmente direttrice di LaPresse e ha sempre scritto di economia e politica, anche se questa non è la sua prima esperienza in scrittura di moda: si è già egregiamente cimentata con Vuitton nel suo precedente libro Louis Vuitton. Il lusso di un sogno.

Dior. La magia di uno stile: questo titolo dice tutto, non solo per la magia che lo stilista francese ha lasciato alle donne con le sue creazioni, ma anche per il ruolo della magia nella sua vita. Si pensa infatti che fosse molto superstizioso, credesse nel destino e addirittura mettesse dei rametti di mughetto negli orli dei suoi abiti come portafortuna. I capitoli del libro sono come fotografie di vita di Dior: ci mostrano un uomo che si è impegnato, ma anche divertito, che probabilmente non si piaceva troppo, ma veniva molto apprezzato dagli altri. Fra gli aneddoti più curiosi della sua carriera troviamo che è l’inventore dell’animalier nella moda, seppur dosato con eleganza. Se pensiamo oggi al suo stile, l’ultima stampa che ci viene in mente è proprio questa, perciò è interessante scoprire come invece lui sia stato il primo a portarlo nell’abbigliamento e negli accessori. Si sa oggi molto di più della sua carriera che della sua vita: Dior era un uomo apparentemente tranquillo, che amava stare in campagna con il suo cane, circondato da profumatissimi fiori, ma soprattutto era molto legato a sua sorella, eroina della resistenza francese che lo ha influenzato tantissimo. Questo libro non è solo però vita e aneddoti, ma parla anche di come Dior ha rivoluzionato la vita delle donne, nel bene e nel male.

Con l’arrivo della sua collezione del febbraio 1947, denominata poi New look, non tardano ad arrivare anche le prime critiche. Chanel era una delle voci più vigorose del coro e sosteneva che la moda del collega fosse scomoda, opposta a quella pratica, sobria e confortevole da lei proposta. Stringendo le vite delle donne nelle ormai iconiche bar jacket e dotandole di lunghe e vaporose gonne, Dior ha sì reso le donne più scomode, ma ha anche rivoluzionato la loro vita rendendole capaci di sognare di nuovo (nel periodo del secondo dopoguerra), dando loro la possibilità di indossare abiti principeschi in grado di rappresentare questo stato d’animo oltre che donare loro una maggiore sicurezza di sé. Visto dunque il suo pensiero e il suo tempo, possiamo affermare che Dior fosse realmente inclusivo? L’autrice Alessia Lautone contesta con una valida risposta: sicuramente oggi Maria Grazia Chiuri (attuale direttrice creativa di Dior, ndr) è molto inclusiva, attenta sia alle istanze femministe che alle realtà locali, Christian Dior invece poteva in un certo senso considerarsi inclusivo principalmente per il fatto che tenesse ai propri collaboratori e che passasse la maggior parte delle sue giornate in atelier con loro, li includeva tutti quanti; questo aspetto interessante è poi approfondito in un capitolo del libro.

Dior. La magia di uno stile è un ottimo inizio per chi vuole approcciarsi al mondo della moda iniziando a conoscere uno dei più grandi stilisti, ma anche un’occasione per chi già conosce la storia del noto couturier francese per sapere di più sul suo lavoro e sulla sua vita.

Alessandra Picciariello

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