Misura di Inclusione Attiva: cos’è e cosa cambia dal Reddito di Cittadinanza

Entro la fine del mese dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri il decreto legge che introduce la Misura di Inclusione Attiva (MIA). Tale misura andrà a sostituire l’attuale Reddito di cittadinanza già dagli ultimi mesi del 2023.

Coloro che potranno beneficiare della MIA si possono dividere in due categorie: le famiglie povere senza persone occupabili e le famiglie con occupabili. Le prime sono da considerarsi quelle con almeno un minorenne, un anziano oltre i 60 anni o un disabile; le seconde quelle dove non sono presenti categorie “deboli”, ma almeno una persona tra i 18 e i 60 anni d’età e, quindi, occupabile.
Per la prima categoria è previsto un assegno massimo di 500€ mensili per la durata di 18 mesi. Se alla fine dei 18 mesi si necessiterà ancora del sussidio, si potrà richiederlo nuovamente attendendo un mese di stop (durante il quale non si percepirà alcuna somma). Potrà, inoltre, essere rinnovato una terza volta, sempre con l’attesa di un mese di stop.
Per la seconda categoria, invece, il sussidio potrà essere massimo di 375€ mensili per un periodo massimo di un anno. Se si intende rinnovarlo, si dovrà attendere un mese di stop, dopodiché si potrà usufruirne per altri 6 mesi. Il sussidio potrà essere richiesto ancora una terza volta, ma con un’attesa di ben 18 mesi.

Per accedervi, i requisiti sono di quattro tipi:

  • di cittadinanza, residenza e soggiorno;
  • economici (tra cui avere un valore ISEE inferiore a 7.200€. Per il Reddito, il valore ISEE massimo era 9.360€);
  • relativi al godimento dei beni (per esempio sul non possedere determinati veicoli o beni di lusso);
  • legali (fra gli altri, non essere stati condannati nei dieci anni precedenti).

I beneficiari della misura cosiddetti occupabili dovranno stringere un patto per il Lavoro tramite i centri per l’impiego o le agenzie private per il lavoro. Queste ultime otterranno un bonus per ogni contratto chiuso con successo (anche a termine o part-time).
Per semplificare la ricerca dell’occupazione, verrà attivata una nuova piattaforma online per mettere in contatto i beneficiari della Mia e le aziende che offrono lavoro.
I potenziali beneficiari della MIA potranno percepire il sussidio e avere dei contratti di lavoro dipendente per una retribuzione fino a 3.000 euro. Nel caso in cui si dovesse superare questa cifra, la MIA verrà sospesa solo se la durata del contratto sarà inferiore a quello della misura di sostegno.
Se un occupabile non accetta un’offerta di lavoro considerata «congrua», smetterà di percepire il sussidio.

Quali sono le differenze tra MIA e Reddito di cittadinanza?

Le maggiori differenze sono, in sostanza, la restrizione della platea degli aventi diritto al sussidio (dovuta ad una categorizzazione più stringente e all’abbassamento della soglia ISEE)e il cambiamento dei tempi e del valore corrisposto (entrambi più contenuti).
Per effetto di queste modifiche, se il MIA dovesse prendere il posto del Reddito, significherebbe per lo Stato un notevole risparmio nell’ambito della spesa pubblica. Si stima infatti un taglio di 2-3 miliardi di Euro su una spesa effettuata finora con il Reddito di circa 7-8 miliardi. Si spera che a tale risparmio non corrisponda un abbassamento degli standard di vita dei cittadini ma, anzi, un maggiore incentivo al lavoro.

Riccardo Piazzo

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