L’imminente arrivo dei treni a idrogeno

La mobilità su rotaia ha certamente meno impatto ambientale dell’automobile, soprattutto se si tratta di treni elettrici. Tuttavia (in Italia come in tutto il mondo) molte delle tratte ferroviarie sono ancora servite da treni ad alimentazione diesel.

Nel 2007 l’Unione Europea ha finanziato un progetto per la ricerca di fonti di alimentazione più sostenibili per il viaggio su rotaia, in particolare l’idrogeno: si tratta del Progetto Hyrail (acronimo di Hydrogen Railway Applications International Lighthouse). I fautori del progetto prevedono che un maggiore uso commerciale dell’idrogeno sulle strade condurrà a un “trasferimento tecnologico” nel settore ferroviario, a prezzi più bassi e all’avanzamento degli sviluppi tecnologici (in quanto si potrebbe estendere l’utilizzo dell’idrogeno anche ad altri campi, non solo a quello ferroviario).

In Germania la prima tratta completamente a idrogeno


Attualmente, tra i paesi dell’Unione Europea, la Germania (nel land della Bassa Sassonia) è la prima ad avere convertito una tratta servita da treni diesel in una tratta con treni a idrogeno. Già nel 2018 annunciava la messa su rotaia di due Alstom Coradia iLint, treni dall’alto potenziale con celle a combustibile che convertono l’ossigeno presente nell’ambiente e l’idrogeno in elettricità, andando di fatto a eliminare del tutto le emissioni inquinanti per la propulsione.
I treni in questione possono percorrere la tratta per l’intera giornata, avendo un’autonomia di ben 1.000 chilometri (superiore alla media dei treni diesel).
Il progetto realizzato da Alstom è costato 93 milioni di euro. L’azienda stima che, utilizzando l’idrogeno come energia rinnovabile, il convoglio potrà risparmiare 4.400 tonnellate di emissioni di CO2 in un anno.

Tuttavia, le infrastrutture sono ancora carenti e la sostituzione dei treni a diesel con quelli a idrogeno non è ancora prevista al 100%. Inoltre, l’idrogeno può richiedere l’intervento di elementi e processi chimici per la sua produzione. A questo proposito, l’azienda tedesca di gas tecnici Linde ha reso noto di aver avviato un progetto per la produzione di idrogeno a livello locale esclusivamente con fonti di energia rinnovabile entro tre anni.

E in Italia?


Lombardia
, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Calabria e Umbria sono le regioni individuate dal PNRR che dovrebbero guidare la sperimentazione italiana dell’idrogeno per il trasporto ferroviario. Si tratta di regioni caratterizzate da un elevato traffico di passeggeri e con un forte utilizzo di treni diesel su linee non elettrificate.
A questa lista potrebbero aggiungersi la Sardegna (attualmente l’intera rete ferroviaria dell’isola non è elettrificata), il Piemonte, il Lazio, la Toscana e l’Emilia-Romagna per un totale di undici regioni apripista.

Alstom produrrà i suoi treni a idrogeno anche in Italia, nello stabilimento di Savigliano (CN).
Attualmente l’azienda sta lavorando al Coradia Stream che dovrebbe debuttare alla fine del 2023 sulla rete ferroviaria della Valcamonica.
I sei treni saranno consegnati a Ferrovie Nord Milano entro dicembre 2023, per un importo complessivo di circa 160 milioni di euro e andranno a sostituire quelli alimentati a diesel.

Ma oltre alla Lombardia anche altre regioni fanno pressing per avviare progetti per la realizzazione di tratte alimentate a idrogeno.

  • Dario Nardella, sindaco di Firenze, spinge per un treno a idrogeno sulla linea ferroviaria Firenze – Faenza (in provincia di Ravenna);
  • in Sardegna il governatore Christian Solinas annuncia un finanziamento di 140 milioni per il nuovo collegamento ferroviario con treni a idrogeno Alghero centro – Alghero aeroporto, con la realizzazione di un impianto di produzione e stoccaggio di idrogeno in area aeroportuale;
  • in Piemonte Alberto Cirio ha già presentato la documentazione per la conversione dal diesel di alcune linee ferroviarie, tra cui la Cuneo – Ventimiglia e la Novara – Biella (alle quali si aggiungerà, probabilmente, anche la linea Alba – Asti).

Riccardo Piazzo

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