Spesso parole come “demotivazione”, “scoraggiamento” o “fallimento” tendono a spaventare. Sono termini che si trasformano in pensieri invasivi e, di conseguenza, possono interrompere il regolare corso della giornata.
A seguito di una prima riflessione che riesce ad indurre la mente a definirsi demotivata e incapace, vi è un flusso di pensieri che rimuginando crea ansia e stress. Esso porterà il cervello a formulare frasi quali “non sono capace”, “non sono adatto”, “non posso farcela” che sfociano in uno scoraggiamento totale. Inoltre queste frasi sconfortanti, se pensate per lungo tempo, potrebbero trasformarsi in convinzioni automatiche della mente. Dunque, sarà scontato pensare che in quel determinato periodo o in quella specifica attività, non si è capaci di raggiungere gli obiettivi preposti o di soddisfare del tutto le proprie esigenze.
La demotivazione può derivare anche da un insieme di aspettative e pressioni che la società moderna imprime: a volte capita di non sentirsi all’altezza di quest’ultime e degli stereotipi che la società pone davanti. Il sistema socio-culturale può risultare oppressivo, soprattutto se queste aspettative vengono poi riflesse e pretese dalle persone che fanno parte della quotidianità di ognuno, tra cui genitori, insegnanti, datori di lavoro, partner e amici. A tal proposito è importante imparare ad avere coraggio e a non dare assoluta importanza alle parole e ai pensieri giudicanti di questi sopracitati, ma piuttosto focalizzare la propria attenzione su necessità e obiettivi personali.
Dal punto di vista soggettivo, non sempre bisogna vivere la demotivazione, la pressione o il fallimento stesso con timore: sono stati d’animo che spesso spingono a fare delle auto-riflessioni. Con il tempo, esse guideranno l’individuo verso un miglioramento per trovare la motivazione necessaria per ripartire, con le idee più chiare e definite, con degli obiettivi più specifici e meno spaventosi da affrontare.
Vivere periodi difficili, sentirsi inappropriati, demotivati e sconfortati è normale. E’ utile imparare a riconoscere questi momenti, ad accettarli e, con calma, imparare ad affrontarli: sicuramente conoscendo meglio se stessi e ciò che è più adatto alla propria persona. Inizialmente è naturale affrontarli con paura e ansia, ma è anche normale sentirsi smarriti o scoraggiati. Con il giusto tempo si comprende, infatti, che il primo passo per imparare a credere di più in se stessi e per ritrovare la motivazione è razionalizzare e comprendere i propri bisogni, ovvero imparare ad ascoltarsi. Solo in seguito sarà più semplice passare a step successivi come fissare degli obiettivi più definiti e magari più semplici da raggiungere, creare un daily planner (utile per gestire e organizzare la propria giornata), avere una routine giornaliera fissa, e concentrarsi meglio nel lavoro da svolgere.
Di certo esprimere le proprie emozioni e i propri pensieri, sia con persone care che professionisti, aiuta ad affrontare il problema in modo più consapevole e in alcuni casi aiuta a prendersene cura in modo più veloce ed efficace.
La demotivazione è dunque uno step necessario con cui convivere per imparare a conoscersi meglio, a migliorarsi e ad ottimizzare il proprio metodo di lavoro.
Martina Grasso