X: A Sexy Horror Story è un film del 2022 girato, scritto e prodotto da Ti West, distribuito in Italia da Midnight Factory a partire dal 14 Luglio di quest’anno. Uno slasher puro in tutta la sua abbondanza di tropes e di citazioni (soprattutto all’ormai leggendario “Non aprite quella porta”), narra la vicenda di una troupe di un film pornografico nel profondo Texas dei primi anni ‘80 che si ritrova a dover girare il tutto nella proprietà di una coppia di anziani, all’oscuro del soggetto del film. Tuttavia Maxine, la giovanissima final girl interpretata da Mia Goth con aspirazioni da star del cinema, viene presto presa di mira dalla anziana Pearl, ormai troppo vecchia per inseguire i propri sogni come sta facendo Maxine. Tra l’altro, anche Pearl è interpretata da Mia Goth, grazie ad effetti speciali e il trucco che la trasformano completamente, una soluzione che rientra perfettamente nel gioco tematico tra il vecchio, il trasandato e il giovane, il nuovo, del film, dal punto di vista sia sessuale che generazionale.

Si nota subito quanto Ti West ami il genere: uno spin moderno sul genere psycho-biddy, dove l’antagonista è la donna anziana e matura che ha perso il senno con il tempo e l’avvicinarsi della morte, X è scritto e girato secondo le linee guida dell’horror slash più classico, con abbondanti movimenti di macchina e soggettive. Con la registrazione di un film pornografico come punto di inizio di tutta la vicenda sono presenti molte scene di sesso o comunque con un alto tasso erotico – non sono lì per motivi vouyeristici o a caso in quanto la sessualità e il rapporto che varie generazioni possono avere con essa è uno dei temi del film, e spesso nel mezzo di questi spezzoni vengono inserite scene di Pearl, creando un montaggio caotico e ad alta tensione, rimandando tematicamente al già citato contrasto. Forse il vero problema di esse sono lo spazio che occupano, infatti l’unico difetto che questo film sembra avere è il pacing, spesso tirando alcune scene troppo per le lunghe e così spezzando la tensione creata, soprattutto nei primi quaranta minuti, che sarebbero potuti essere accorciati senza perdere il senso generale dell’opera. Però, in questo modo, riusciamo ad affezionarci alla crew del film (anche sapendo già, per via di hints e per le regole del genere, chi verrà fatto fuori) il che rende le scene splatter tristi oltre che molto immaginative: non ti chiedi chi morirà, ma quando e soprattutto come.
Passando alle tematiche, come già citato i personaggi interpretati da Mia Goth sono il perno attorno ai quali girano i temi del film. Sessualità e horror sono sempre andate a braccetto fin dalla nascita del filone, specialmente per quanto riguarda la rappresentazione del genere femminile. Spesso l’horror è stato criticato da studi femministi per via della sua strana fissazione nell’infliggere del male non solo con la violenza fisica ma anche con quella di natura sessuale alle sue protagoniste, anche più che nei personaggi maschili, per molte studiose spettacolarizzando così la violenza sulle donne e vouyerizzando quelli che sono, dopotutto, traumi e difficoltà che dovrebbero essere toccati con il giusto tatto. Solo con l’avvento dei primi horror moderni la narrativa comincia a distaccarsi dalla donna come vittima di una violenza fittizia che, invece, diventa parte integrante della fantasia dell’orrore come per i suoi co-protagonisti maschili, tanto che la risolutezza femminile ha portato alla creazione del trope della final girl, letteralmente “la ragazza finale”, l’ultima sopravvissuta. Ti West, basandosi su entrambe le correnti, fa incarnare a Maxine non solo il ruolo della final girl, ma anche quello del sex symbol e della giovane liberata sessualmente che sfida il ruolo datole dalla società della bible belt americana in quanto donna – società di vecchio stampo che è incarnata da due personaggi: un pastore che vediamo dare sermoni in televisione (che sarà rilevante solo alla fine) e, soprattutto, Pearl, che non riuscendo più a farsi soddisfare dal marito come una volta e a poter vivere la sua giovinezza sembra la voglia strappare letteralmente di dosso a Maxine, farla sua in tutti i modi possibili, sfogando su di lei le proprie frustrazioni sessuali e non, pretendendo di possedere ancora una certa “purezza” in quanto completamente diversa da lei nei valori, anche se è una spietata killer.
X è un buonissimo slasher senza pretese da poter guardare questo Ottobre – sarà infatti disponibile dal 20 del mese in streaming, anche se non sappiamo ancora su quale piattaforma. Non è spettacolare, o estremamente terrorizzante, ma sa intrattenere ed è di sicuro un buon punto d’appoggio prima di, magari, voler recuperare gli slasher che hanno fatto la storia.
Gaia Sposari
Crediti immagine di copertina: Style Magazine – Corriere