Il Parco della Neapolis di Siracusa è una delle più importanti zone archeologiche della Sicilia, per l’antichità e la rilevanza dei suoi monumentino. All’interno dell’area è possibile vedere una vegetazione piuttosto variegata (ulivi, cipressi, pini, palme da datteri e agrumi) e testimonianze della Siracusa greca e romana. Ecco i principali punti di interesse:
- Teatro Greco
Il teatro greco, sul lato sud del colle Temenite, è il monumento più famoso del parco archeologico e ha origini antichissime: risale al V secolo a.C. Una prima menzione di un teatro greco a Siracusa è attribuita al mimografo Sofrone, che cita l’architetto Damocopos; tuttavia, non si tratta di un riferimento certo a questo sito. Anche Diodoro Siculo menziona un teatro da cui usciva il pubblico, quando il tiranno Dionisio arrivò a Siracusa, nel 406 a.C. Altrettanto importante è la testimonianza di Plutarco: questi racconta dell’irruzione di un toro infuriato nel teatro durante un’assemblea cittadina (355 a.C.) e l’arrivo in carro di Timoleonte (336 a.C.) mentre il popolo vi era riunito.
La forma attuale del teatro è riferibile a un progetto unitario, realizzato nel III sec. a.C. da Ierone II, nell’ambito del suo programma di sistemazione della Neapolis secondo i principi dell’architettura ellenistica del tempo.
Il teatro presenta una cavea di grandissime dimensioni, con 67 ordini di gradini, divisa verticalmente in nove cunei da otto file di scalette e orizzontalmente da un corridoio detto “diázoma”. La parete a monte di tale diázoma, reca incise delle iscrizioni in greco. Al centro della parete a monte del diázoma vi è il nome di Zeus Olimpio, a est nomi di divinità (non più leggibili) e a ovest i nomi dei membri della famiglia di Ierone.
In età imperiale romana, il teatro subì profondi mutamenti per rispondere alle esigenze degli spettacoli, dovendosi fornire di un apparato scenico monumentale grandioso e complesso. I lavori dell’ultima fase del teatro si possono datare al V secolo, nonostante ci siano state anche spoliazioni e trasformazioni, nei secoli successivi (è il caso degli spagnoli, che attinsero ai blocchi per realizzare le fortificazioni di Ortigia, tra il 1520 e il 1531).
2. Anfiteatro Romano
L’ Anfiteatro Romano è il più grande della Sicilia (140 x 90 metri), di forma ellittica e quasi completamente scavato nella roccia. Come nel caso del teatro greco, gli Spagnoli si servirono dei suoi blocchi squadrati per costruire i bastioni di difesa di Ortigia.
La cavea ellittica si articola in tre livelli, con portico soprastante, e l’anfiteatro presenta due ingressi principali; l’accesso di gladiatori e animali era regolato da un corridoio parallelo all’arena, sotto la quale si trovava un ampio sotterraneo per i macchinari. Nonostante non si concordi su una datazione precisa, l’anfiteatro romano è collocabile in età augustea.

3. Ara di Ierone II
A ovest dell’Anfiteatro Romano si trova l’Ara di Ierone II, dedicata a Zeus Eleutherios (liberatore), in onore del quale erano sacrificati 450 tori; i sacrifici avvenivano al piano della mensa, a cui si accedeva attraverso due rampe decorate da due coppie di telamoni. Davanti all’Ara vi erano un portico colonnato e un propileo. Dell’ara, lunga 198 metri e larga 20, rimane solo la parte scavata nella roccia.
4. Latomie
Le latomie erano delle grotte utilizzate per l’estrazione della pietra e per rinchiudere i prigionieri. La Latomia del Paradiso è adiacente al teatro e la più occidentale del complesso delle latomie che cingevano l’antica città.
La più nota tra le latomie è l’Orecchio di Dionisio, grotta artificiale circondata da una flora lussureggiante e situata nel lato occidentale della Latomia del Paradiso.
5. Orecchio di Dionisio
L’Orecchio di Dionisio è scavato nel calcare, è alto circa 23 metri e largo tra i 5 e gli 11 metri; arriva a 65 metri in profondità ed è caratterizzato da una forma simile a quella di un padiglione auricolare. La grotta è dotata di eccezionali proprietà acustiche, che colpirono Caravaggio, in visita a Siracusa, nel 1608; a lui dobbiamo il nome della latomia.
Secondo una leggenda cinquecentesca, il tiranno Dionisio avrebbe fatto costruire la latomia come prigione e l’avrebbe usata per ascoltare le parole dai prigionieri, grazie all’eco.
6. Grotta dei Cordari
La Grotta dei Cordari è situata all’interno della latomia del Paradiso e, grazie alla sua lunghezza e alla sua umidità, ha ospitato per secoli fabbricanti di corde. Dal soffitto, come stalattiti, pendono enormi blocchi ben squadrati e la volta è sostenuta dai piloni lasciati dai cavatori di pietre.

Giulia Marianna Dongiovanni
Fonti
https://www.treccani.it/enciclopedia/demopoco_%28Enciclopedia-Italiana%29/
Teatro Greco di Siracusa e Parco Archeologico della Neapolis