Il Cile dice NO alla nuova Costituzione

Lo scorso 4 settembre il popolo cileno ha votato, a grande maggioranza, “No” al referendum per l’approvazione del nuovo testo costituzionale. L’affluenza alle urne è stata la più elevata di sempre e il NO ha vinto con il 62 per cento dei voti. Il testo presentato dal presidente cileno Gabriel Boric era stato depositato il 4 luglio 2022 dopo un anno esatto dall’inizio dei lavori della nuova Assemblea costituente.

Il nuovo testo costituzionale avrebbe dovuto sostituire quello del 1980, risalente alla dittatura di Augusto Pinochet. La necessità di una nuova costituzione fu chiara nel 2019, quando si accesero proteste in tutto il paese a causa delle disuguaglianze sociali. Tuttavia, il “No” al referendum non è stato un fulmine a ciel sereno: per tutta la durata dei lavori della costituente, la fiducia dei cittadini cileni è diminuita, sia a causa degli scandali che ne hanno colpito alcuni membri, sia a causa delle tante ambiziose riforme. Uno dei tanti scandali, forse il più emblematico, è stato quello che ha riguardato Rodrigo Rojas Vade, esponente politico che ha costruito la sua carriera sulla lotta nell’accesso alla sanità vista la sua malattia, la leucemia. Purtroppo per lui, un’inchiesta del quotidiano cileno “La Tercera”, ha scoperto che la sua malattia era falsa e le dimissioni dall’assemblea sono state immediate. Altro fattore che ha giocato un ruolo fondamentale è stata la imponente campagna di disinformazione con la diffusione a macchia d’olio di notizie fake come quella che la nuova costituzione avrebbe garantito l’aborto fino al nono mese di gravidanza.

Dal 4 settembre possiamo sicuramente dedurre che la nuova costituzione è un testo che non ha unito il paese. Molti punti, anche innovativi, si sono scontrati con la preoccupazione di un paese sì in cambiamento, ma forse non totalmente pronto a un cambio di marcia così repentino. Molte questioni, riportate nelle nuova costituzione, sono state considerate radicali, come l’assetto dello stato, una repubblica che nella nuova costituzione avrebbe assunto la forma di stato plurinazionale. Ma quali sono state le maggiori preoccupazioni dei tredici milioni di elettori? A destare molta preoccupazione è stata la riforma del sistema giudiziario, la rielezione alla presidenza, l’eliminazione del senato e la trasformazione del sistema sanitario con l’attivazione della sanità pubblica in sostituzione dell’attuale sistema privato.

Nel nuovo testo erano molte le innovazioni, dal diritto all’aborto alla parità di genere nel settore dell’amministrazione pubblica, dalla sovranità dei popoli indigeni (circa il 12% della popolazione) al diritto della natura con l’impegno che lo stato e la società “hanno il dovere di proteggerla e rispettarla”. Insomma, i lati positivi del testo non sono riusciti a superare i tanti dubbi e le tante riserve mosse dal popolo.

Le coalizioni di sinistra al governo si erano impegnate a modificare e a moderare alcuni aspetti una volta ottenuta l’approvazione del popolo, forse sottovalutando le tante voci contrarie. A ogni modo, Gabriel Boric dopo questa pesante sconfitta si è detto intenzionato ad ascoltare esponenti civili per poter produrre un nuovo testo che metta d’accordo tutto il popolo cileno.

Manuele Avilloni

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Un commento Aggiungi il tuo

  1. caritocueto ha detto:

    Excelente artículo. Así es como fue…Mejor dicho, imposible. Bravo 👏🏻

    "Mi piace"

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