Quando un teen drama è pura dolcezza.
Abituati alle serie young adult ricche di risvolti drammatici e talvolta estremi, la nuova serie Netflix Heartstopper, tratta dal graphic novel di Alice Oseman, si è subito distinta per i suoi contenuti molto più leggeri e confortevoli e si è presto ritagliata uno spazio di notevole importanza nel panorama dei teen drama.

La serie vede come protagonista Charlie, un giovane timido e impacciato coinvolto in una relazione problematica con un altro studente, che presto fa la conoscenza del suo nuovo compagno di banco: Nick, campione della squadra di rugby e uno dei ragazzi più popolari della scuola. Inizia così un’emozionante e dolce storia d’amore, una storia costituita da un graduale percorso di scoperta, leggerezza, imbarazzo, attrazione e dolcezza.
Non mancano di certo i momenti di sconforto dati da litigi con i compagni e bullismo. Ma l’intera serie si discosta fortemente dai teen drama più in voga, come Euphoria o Élite, che rappresentano veri e propri drammi adolescenziali accompagnati da tradimenti, abusi e utilizzo di sostanze. Invece, la realtà rappresentata da Heartstopper altro non è che quella di un comune gruppo di adolescenti, ciascuno con le proprie caratteristiche e i propri disagi, alle prese con la scoperta di sé stessi. Troviamo così Tao, il migliore amico di Charlie, sarcastico e cinico, con il timore di perdere i propri amici; Elle, ragazza transgender che, dalla scuola di Tao e Charlie (un istituto maschile), si trasferisce in un istituto femminile, dove non conosce nessuno; infine, Darcy e Tara, apparentemente migliori amiche, ma desiderose di rivelare al mondo la loro relazione.
Non è certamente la prima volta che vengono presentati sul grande e piccolo schermo personaggi appartenenti alla comunità LGBTQ+, con ruoli più o meno marginali. Tuttavia, questa serie possiede un’altra caratteristica, una marcia in più che l’ha presto resa una delle serie maggiormente apprezzate dai giovani negli ultimi mesi: stiamo parlando della rappresentazione autentica e genuina delle minoranze, dove ad essere protagoniste sono le persone, a prescindere dalle loro caratteristiche.
Così, il fatto che Elle sia transgender passa in secondo piano: ciò che ci è dato sapere è che si è trasferita in una nuova scuola e si ritrova a fare nuove amicizie, vivendo una vita tutto sommato serena, con alti e bassi. Lo stesso si può dire di Charlie e Nick, la cui storia non è molto diversa da quella di un qualunque adolescente alle prese con le prime cotte. La svolta del romanzo di Alice Oseman, dunque, sta proprio nella lontananza dagli stereotipi e dalla drammaticità, volendo affrontare le tematiche LGBTQ+ con leggerezza e autenticità.

Attenzione, leggerezza non significa superficialità: è presente un certo livello di omotransfobia interiorizzata, ma che qui altro non è che uno dei tanti ostacoli all’autorealizzazione dei personaggi. L’obiettivo non è quindi quello di una denuncia sociale, bensì una realizzazione di un prodotto confortante per gli adolescenti, rappresentando le persone queer nella loro interezza, con tutti gli alti e i bassi che fanno parte della vita: i dubbi esistenziali, la scoperta della propria sessualità, gli scontri con i compagni di scuola, le nuove amicizie, gli innamoramenti, la ricerca di conforto, le uscite con gli amici.
Insomma, Heartstopper è indiscutibilmente una storia molto semplice, ma ci ha messo poco ad entrare nei cuori di milioni di persone che di un prodotto del genere, così inclusivo nella sua semplicità, sentivano l’esigenza e la mancanza.
Monica Poletti
Crediti immagine di copertina: Pinterest.