Chiariamo subito una cosa: mangiare senza glutine alias la celiachia non è una moda.
La celiachia è una cosa seria: si tratta di una patologia cronica autoimmune che provoca una reazione immunitaria dell’organismo all’assunzione di glutine. I celiaci, dopo anni passati a rispondere alle fatidiche domande quali “Ah, quindi tu non puoi mangiare niente?”, “Allora tu sei come un vegano?”, possono tirare un sospiro di sollievo. Sì, perché attualmente la maggior parte delle persone sa che cosa si intende per celiaco e celiachia; questo è dovuto alla diffusione di alimenti senza glutine, ma anche a un crescente numero di persone che soffrono di celiachia. Infatti, in Italia sono 200.000 i celiaci diagnosticati e se si considerano anche i non diagnosticati il numero sale a 600.000 circa.
Essere celiaci al giorno d’oggi non è come esserlo negli anni 2000 o ancora più indietro: l’aumento dei casi e lo spopolamento di diete gluten-free hanno spinto il mercato alla produzione di innumerevoli varietà di prodotti. Inizialmente i cibi senza glutine erano solo gli alimenti indispensabili come pane, farina, pasta e qualche merendina. Oggi, invece, il celiaco dispone di un’ampia scelta di prodotti: si producono varietà di pane come quello casareccio, la baguette, il pane con i cereali, il pane bianco adatto per i tramezzini, la pagnotta, il sandwich e il pain brioché. Questi sono tutti prodotti che il celiaco degli anni 2000 e ’90 poteva solo sognare perché doveva accontentarsi di una sola varietà di pane, la cui qualità era anche abbastanza scarsa. Inoltre, n ostacolo con cui i celiaci del passato hanno dovuto fare i conti era la caccia dei prodotti senza glutine nei negozi: l’unico punto vendita era la farmacia.
Ancora oggi la farmacia continua a essere un punto di riferimento per i celiaci, ma le grandi catene alimentari si sono impegnate nella sensibilizzazione alla celiachia. Infatti, nelle loro corsie si possono trovare scaffali interamente riservati ai prodotti senza glutine; anche i negozi più piccoli offrono, seppur in modo strettamente limitato, cibi gluten-free. Nel 2022 il celiaco può entrare in qualsiasi supermercato o negozio con la certezza di trovare prodotti adatti alla sua dieta.
I problemi nascono quando si mangia fuori casa, perché la scelta del locale si rivela quasi sempre un’impresa ardua e il celiaco lo sa bene. La scelta deve ricadere su un locale che garantisce, oltre alle opzioni senza glutine, la non contaminazione. Per una persona affetta da celiachia diventa difficile anche mangiare un semplice piatto come le patatine fritte, perché l’olio in cui vengono cucinate spesso è utilizzato anche per cibi contenenti glutine. In passato il celiaco al ristorante o in pizzeria era facilmente riconoscibile: salumi, mozzarella e riso erano i piatti principali da lui ordinabili. Ora la maggior parte dei locali ha incluso nei loro menu piatti senza glutine come la pasta, il pane e anche la pizza; questo se da un lato rappresenta un passo verso l’inclusione, dall’altro lato non esclude il rischio di contaminazione. Negli ultimi anni sono aumentate le pasticcerie, pizzerie e i ristoranti che offrono esclusivamente prodotti senza glutine in cui non si corre il rischio di mangiare un piatto contaminato: una salvezza per i celiaci. A usufruire di questi vantaggi sono soprattutto i celiaci che vivono nelle grandi e medie città, mentre nei piccoli centri questi locali sono relativamente esigui. Il disagio sociale che il celiaco vive a tavola con gli altri non è scomparso: nonostante ci siano molti locali gluten-free, la scelta su dove mangiare fuori rimane ancora limitata. Chi soffre di celiachia non può mangiare liberamente nel primo locale vicino a casa, all’università o al posto di lavoro.
Passi da gigante sono stati fatti tra il passato e il presente ma, nel 2022, per un celiaco mangiare fuori è ancora insidioso; non resta che sperare che con il passare del tempo ci sia ancora più inclusività.
Il sogno del cassetto dei celiaci? Mangiare nel primo locale di passaggio senza preoccuparsi di cibo senza glutine e contaminazione. Sarà possibile? Tempo al tempo…
Rosalba Franchino