Si è conclusa lunedì 23 maggio la XXXIV edizione del Salone Internazionale del Libro, kermesse primaverile al Lingotto Fiere che ogni anno delizia gli appassionati della lettura, e non solo! L’edizione di quest’anno aveva come titolo Cuori selvaggi, una promessa di scoperta di nuove prospettive e occasione di “correre selvaggiamente verso un orizzonte fatto di sentieri ancora non battuti e di sconfinata libertà”, come annuncia il manifesto dell’evento.
La nostra redazione si è mossa per quattro giorni tra stand, eventi e incontri respirando a pieni polmoni l’atmosfera unica che il Salone offre a visitatori provenienti da tutto il mondo. Parte del nostro percorso è stato tracciato scegliendo di esplorare tematiche precise, una per ogni giornata, allo scopo di mettere in risalto alcune realtà che rimangono spesso oscurate dai grandi nomi ospiti al Salone. Iniziamo dunque con una panoramica di questi giorni magici.
Alla scoperta della nona arte
La nostra prima giornata, venerdì 20 maggio, l’abbiamo dedicata alla scoperta di un settore spesso sottovalutato ma che ricopre uno spazio enorme all’interno del Salone: il mondo dei fumetti, dei manga e delle graphic novel. Gli stand dedicati erano assaliti soprattutto da giovanissimi ed appassionati, ma la ricchezza dei cataloghi proposti da case editrici come Star Comics, J-pop Manga e Bao Publishing non hanno mancato di attirare i neofiti del genere. Oltre alle major sopracitate, tante piccole case editrici si sono fatte largo offrendo numerose pubblicazioni, come Allagalla Editore, specializzata nel riportare in auge i fumetti western. Poi Green Moon Comics, con varie linee editoriali riguardanti il fumetto italiano, e Coconio Press, con le sue graphic novel dalle bellissime illustrazioni, di cui abbiamo avuto una dimostrazione grazie ai numerosi fumettisti che realizzavano bozzetti sul momento. Allo stesso modo, la Bao Publishing ha ospitato numerosi fumettisti e illustratori che hanno offerto al pubblico sketch e dediche personalizzate, uno tra tutti Zerocalcare.
Numerosi appuntamenti e incontri erano condotti da Cristian Prosocco, publishing manager dei manga della Star Comics, che ha portato il pubblico nel mondo del fumetto giapponese. Tra questi, bellissimo il laboratorio di manga rivolto ai più piccoli, ricco di spunti interessanti e riflessioni significative, invece, l’incontro dedicato al lato horror del fumetto.



Donne che raccontano le donne
La seconda giornata l’abbiamo destinata alla figura delle donne autrici e ai piccoli stand di editoria transfemminista. Il primo incontro a cui abbiamo assistito, condotto da Martina Testa, è stato quello con Irene Graziosi, autrice de Il profilo dell’altra, edito da Edizioni E/O. Graziosi è già nota nel panorama della generazione Z grazie al suo contributo al progetto Venti che conduce insieme a Sofia Viscardi e Lorenzo Luporini, trattando attraverso i social le tematiche più vicine ai ventenni. Il suo romanzo indaga il rapporto tra due donne, diverse e complementari, il tutto condito da un’attenta analisi della scoperta del proprio io e della relazione con i social.
In seguito abbiamo conosciuto l’autrice e attivista Giorgia Soleri, figura di spicco di quest’anno (ha recentemente vinto il Diversity Lab Award come creator dell’anno) grazie alle sue battaglie per il riconoscimento dell’endometrosi, della vulvodinia e della neuropatia del pudendo come malattie invalidanti. Soleri ha presentato il suo libro di poesie La signorina nessuno insieme a Chiara Tagliaferri e Andrea Delogu attraverso una profonda chiacchierata che ha coinvolto numerose parti del pubblico. Il libro di Soleri è un sensibile spaccato di vita quotidiana, il racconto di una ragazza che si trova spesso ad avere a che fare con la sofferenza e con il rifiuto, ma che conserva sempre uno spirito speranzoso.
Nell’Arena della Regione Piemonte, il progetto Osservatorio Ora ha presentato il suo programma insieme a Stefanella Campana, giornalista e rappresentante della CPO dell’associazione Stampa Subalpina. Il progetto Ora si occupa di monitorare il mondo dell’informazione locale per contrastare fenomeni di discriminazione di genere e abilismo. Osservatorio Ora è legato ad un’altra associazione, GiULiA-giornaliste (acronimo di: GIornaliste Unite LIbere Autonome) associazione che si pone due obiettivi principali, sui media e nei media: modificare lo squilibrio informativo sulle donne anche utilizzando un linguaggio privo di stereotipi e declinato al femminile; battersi perché le giornaliste abbiano pari opportunità nei luoghi di lavoro, senza tetti di cristallo e discriminazioni.
Una scoperta sorprendente sono state le numerosissime realtà transfemministe presenti al Salone. Tra queste Le plurali editrice, nata nel 2021, che si occupa di pubblicazioni “femministe per menti curiose”. Come recita il loro manifesto “Le plurali pubblica libri di saggistica e narrativa, esclusivamente d’autrici. Ha occhio per manoscritti inediti, traduce e rimette in circolo libri che non puoi trovare in Italia, ti offre guide per orientarti tra le galassie femministe. Il simbolo che adotta è la macchia: uniche e originali, a volte le macchie nascono per caso per poi fare rete con altre macchie e diventare segni, sillabe, parole e storie di cui non puoi fare a meno”. E poi Capovolte, casa editrice indipendente dell’alessandrino che racconta di donne e antirazzismo attraverso le parole di autrici intersezionali. Una tra queste, Djamila Ribeiro, è stata ospite del Salone.



L’arcobaleno nel Salone
Numerosi stand erano di associazioni che si occupavano di tematiche LGBTQIA+. Per questo motivo, durante la terza giornata abbiamo deciso di conoscere più da vicino queste realtà. In primis, abbiamo fatto visita al banchetto del Torino Pride, che vendeva numerosi gadget e libri per autofinanziare la parata e le attività che si terranno il 18 giugno al grido di “Queer ed ora!”. Tantissime le case editrici con collane e pubblicazioni LGBTQIA+, tra queste D Editore. Ne abbiamo parlato con il curatore Sergio Vivaldi, che ci ha illustrato il bellissimo progetto del libro Queerfobia, i cui introiti andranno a finanziare la costruzione di una casa di accoglienza in collaborazione con Arcigay Torino.
Un’altra casa editrice che abbiamo conosciuto, Nora Book Coffee, ci ha piacevolmente sorpreso con un catalogo ricco di testi a temi comunità LGBTQIA+, femminismo e disabilità, anche per i più piccoli.
Durante il giro abbiamo anche approfittato della presenza al Salone di Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti, per farci fare uno sketch. Yole è una fumettista e attivista transgender che con le sue graphic novel racconta il suo percorso di transizione e la condizione vissuta da milioni di adolescenti che si sentono persi in un caos identitario.
Il clou della giornata è stato l’intervento di Cathy La Torre, nota avvocata specializzata in diritto antidiscriminatorio con particolare riferimento alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, e ai diritti della comunità LGBTQIA+ e delle nuove tecnologie. Cathy era al Salone per presentare il suo nuovo libro Ci sono cose più importanti, un’analisi di tutto quell’insieme di questioni che vanno dal Ddl Zan al diritto all’aborto, che troppo spesso vengono liquidati con un “ma ci sono cose più importanti!”. Tuttavia, il dialogo tra Gian Maria Annovi e Cathy la Torre non è stato solo questo: un’atmosfera febbricitante pervadeva la sala mentre La Torre, con il suo solito piglio sfrontato ma severo, esprimeva tutto il suo interesse per la causa, e noi con lei. Due ore ricche di rabbia adrenalinica e commozione.


Un successo “selvaggio”
Lunedì 23 maggio abbiamo concluso il nostro percorso tematico per assistere alla conferenza stampa conclusiva del Salone Internazionale del Libro. Sono intervenuti: il direttore del Salone Nicola Lagioia, il presidente dell’Associazione Torino la città del libro Silvio Viale, l’amministratore delegato del Salone del Libro s.r.l Piero Crocenzi, l’assessora alla cultura della Città di Torino Rosanna Purchia e Giulio Biino, Presidente della Fondazione Circolo dei lettori. Il numero finale di visitatori del Salone si è rivelato quasi 169 000, un vero successo considerato il periodo problematico da cui stiamo lentamente risorgendo.
Durante la conferenza, è emerso quanto sia importante il lavoro che si cela dietro un evento come questo, fatto di persone che nutrono un amore viscerale per la cultura e per la Città di Torino.
Come ha detto Lagioia “il Salone non ha un pubblico, ha una comunità“, e noi siamo impazienti di riassaporare il clima incantato e famigliare che ancora una volta il Salone Internazionale del Libro ci ha donato. Dovremo aspettare l’11 maggio del prossimo anno, già non vediamo l’ora!

Caterina Malanetto
Immagine di copertina: dire.it