Positive news e giornalismo costruttivo 

Ovunque sui social, in tv e sul web, un flusso continuo di informazioni colonializza il nostro tempo e la nostra attenzione. Sarà capitato a tutti di spendere una quantità eccessiva di tempo davanti allo schermo, completamente assorbiti in un vortice di notizie negative. Questo fenomeno ha un nome – doomscrolling o doomsurfing – ed è interessante cercare di capire perché avviene.

Negative news, tra bias e criteri di newsmaking

Nel mare magnum dell’online, le protagoniste indiscusse sono le notizie negative. Oggi infatti, per poter emergere nell’indistinta moltitudine di contenuti, le informazioni si legano sempre più spesso a un concetto di mercificazione del dolore, che enfatizza ed esagera la portata della notizia.

In quanto esseri umani siamo attratti dalle notizie negative. Questa predisposizione trova riscontro in motivazioni di carattere evoluzionistico: c’è un bisogno atavico dell’uomo di scovare minacce nell’ambiente che lo circonda, per potersi proteggere da un eventuale pericolo. C’è un termine tedesco che riassume bene questa attrazione e questo sentire comune, Schadenfreude, traducibile in italiano come “piacere provocato dalla sfortuna (altrui)”. L’idea di perdere qualcosa attiva maggiormente le nostre risorse e tutto questo, traslato nella dimensione digitale e mediatica, è potenziato ulteriormente dagli algoritmi delle piattaforme, concepiti per fare leva sulle emozioni forti e specialmente negative.

In qualunque corso di giornalismo, è sempre citata la massima – più o meno discutibile – del “Bad news are good news. Good news is no news. No news is bad news”. La ricerca di notizie è infatti influenzata anche dalle logiche stesse con cui gli addetti ai lavori si occupano di selezionare a monte le informazioni cui dare visibilità. Esiste però anche un modo alternativo di fare giornalismo e nella Giornata nazionale dell’informazione costruttiva – che si festeggia il 3 maggio – val la pena ricordarlo.

La controtendenza del giornalismo costruttivo

Il giornalismo costruttivo o giornalismo delle soluzioni è un approccio rigoroso e coinvolgente, con un alto valore sociale. Non nega l’etica e le funzioni alla base del giornalismo tradizionale, ma integra una visione diversa e più ampia. Pur muovendosi all’interno degli standard del giornalismo, è impegnata nel riportare informazioni e raccontare storie secondo modalità “costruttive”, ovvero orientate a mettere in luce soluzioni ai problemi denunciati, sensibilizzando e coinvolgendo i lettori.

Al contrario di quanto si potrebbe pensare non è un approccio semplicistico e, anzi, offre una visione completa dei problemi, raccontando la complessità degli eventi. Non si tratta inoltre di un ottimismo sterile, quanto di una visione critica, con un approccio costruttivo e propositivo. Non è solo un giornalismo che dà copertura alle “buone notizie”, quanto proprio una nuova attitudine nel modo di scrivere gli articoli, un innovativo punto di vista che offre prospettive orientate alle soluzioni.

Questo approccio si è sviluppato recentemente, soprattutto a partire dai paesi dell’Europa Centro Settentrionale e negli Stati Uniti, e da anni produce storie di successo che stanno aprendo nuove prospettive al mondo del giornalismo e dell’editoria: è il caso ad esempio del progetto “Positive News”.

Nuove prospettive del giornalismo

Positive News” è il magazine delle belle notizie, il primo media al mondo che si dedica alla qualità e al reportage indipendente su ciò che sta andando bene nel mondo. Come spiegato sul sito ufficiale, si fonda su un giornalismo rigoroso e incentrato su progressi, possibilità e soluzioni anziché conflitti e problemi, raccontando storie che ispirano. Il successo di questo progetto testimonia quanto il giornalismo costruttivo non sia solo un bel modo di dire, ma anche un modo diverso di fare del buon giornalismo che sia allo stesso tempo critico e propositivo, spingendo i lettori al cambiamento.

L’invito di Positive News, in definitiva, è a giudicare in modo critico la valanga di cattive notizie in cui ogni giorno siamo immersi e che rischia di travolgere non solo la nostra serenità emotiva, ma anche la nostra capacità di giudizio, nella consapevolezza che un modo alternativo di fare informazione – e di fruirne – esiste ed è possibile.

Rebecca Boazzo

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