Il mese di Aprile è il mese volto alla consapevolezza sugli abusi sessuali ed è proprio in questa cornice di sensibilizzazione che l’ultimo mercoledì del mese si celebra il Denim Day.
Muro Lucano, 1992, l’alibi-jeans
È il 1992 e a Muro Lucano, nei pressi di Potenza, Virginia (nome di fantasia), diciotto anni, si reca alla prima lezione di guida. L’istruttore, un uomo di quarantacinque anni, la porta in un luogo isolato e la costringe a togliersi i jeans da una gamba per poi abusare di lei. Appena arriva a casa, Virginia racconta tutto ai genitori e si reca dalla polizia per denunciare l’accaduto.
Passano sei anni, prima che la Corte di Cassazione esprima il proprio verdetto: i jeans di Virginia erano troppo stretti e, di conseguenza, non si trattava di stupro, in quanto vi era consenso.
Possiamo affermare che è pressoché impossibile sfilare un paio di jeans molto stretti senza la partecipazione attiva di chi li sta indossando.
– Corte di Cassazione, 1998
Il giorno dopo il verdetto, alcuni membri del Parlamento Italiano hanno deciso di protestare presentandosi a Montecitorio, indossando un paio di jeans con dei cartelloni che recitavano: ”Jeans: un alibi per lo stupro”. Degno di nota è il numero di parlamentari uomini che hanno partecipato alla manifestazione: zero.
Come segno di vicinanza e supporto, anche il Senato della California si è unito alla protesta, seguito poi dall’attuale Peace Over Violence, un’associazione di Los Angeles – città nella quale, nel 1999, è stato stabilito il Denim Day, evento che ha coinvolto 12 milioni di persone. Nel 2011, il Denim Day è stato riconosciuto da 20 Stati americani e l’atto di indossare jeans l’ultimo mercoledì del mese è diventata una forma di protesta contro gli abusi sessuali diffusa in varie parti del mondo, ma dimenticata proprio dove è iniziata: in Italia.
Alibi-jeans e victim blaming: il lavoro di Break The Silence
Con l’alibi-jeans, assistiamo a un vero e proprio fenomeno di victim blaming. L’associazione Break The Silence Italia, promotrice del Denim Day in Italia di cui vi avevamo già parlato in questo articolo, descrive il victim blaming come: “Il processo di colpevolizzazione e di biasimo della vittima che viene ritenuta, almeno in parte, colpevole del torto subìto.“
Break The Silence, nel 2021, aveva già proposto un flashmob nella città di Torino con lo scopo di attirare l’attenzione sul tema per mezzo della performance. I jeans sono stati successivamente donati ad Almaterra, realtà che opera nel territorio torinese con donne e persone trans.
Quest’anno, il flash mob non si limiterà alla città di Torino ma si espanderà in tutta Italia per mezzo della campagna social e dei flashmob sparsi per la Penisola.
Denim Day 2022: dove si terranno i flash mob?
Break The Silence ha organizzato un flash mob social nella giornata odierna (mercoledì 27.04.22).

Qui di seguito, invece, l’elenco di tutti i luoghi fisici in cui si terrà il flashmob contro il victim blaming in Italia:
- Avigliana, TO
- Borgia, CZ
- Casale Monferrato, TO
- Fossano, CN
- Perugia, PG
- Torino, TO
Gaia Bertolino