Torino: uno sguardo antropologico sulla protesta transfemminista dell’8 marzo – parte 1

Torino, 8 marzo 2022.

Nel capoluogo piemontese, un’importante protesta transfemminista ha fatto da contorno allo sciopero indetto dalla rete transfemminista Non Una Di Meno. Ne avevamo già parlato nell’articolo “Lotto marzo”: lo sciopero transfemminista colora Torino.

Abbiamo cercato di riprendere gli avvenimenti di quel giorno, al fine di interpretarli con uno sguardo antropologico, parlandone con alcune persone dai 18 ai 37 anni.

Cosa si intende per transfemminismo?

Chiacchierando con i nostri intervistati, volevamo comprendere non solo quanta conoscenza ci fosse in materia di transfemminismo, ma anche quali – secondo la coscienza comune – fossero i problemi della società che il transfemminismo cerca di risolvere o, quanto meno, migliorare.

Di conseguenza, abbiamo cominciato con il domandare alle persone con cui ci interfacciavamo cosa, dal loro punto di vista, si intendesse per transfemminismo e quali fossero gli obiettivi del movimento.

In media, abbiamo riscontrato sensibilità per il tema, correttezza e puntualità nella risposta a questa domanda, anche se in alcuni casi non è mancato il disinteresse, concludendo rapidamente con un “Non lo so” o, addirittura, il rifiuto di rispondere.

Vi riportiamo un’esauriente risposta a questa domanda da parte di un’intervistata:

«Il femminismo, di partenza, era un femminismo prevalentemente bianco e cisgender, cioè incentrato su un tipo di donna molto specifico; invece il transfemminismo starebbe nel vedere le intersezioni con altri tipi di oppressioni, come il colore della pelle o essere cisgender o meno. Quindi, è un femminismo che sta più attento a tutte le varie declinazioni della donna, non solo cisgender.»

– Giada, 20 anni

L’importanza del linguaggio

Il linguaggio è importante.

Esistono vari tipi di linguaggio e molti di questi non prevedono nemmeno l’uso della parola. Tuttavia, nel mondo contemporaneo risulta quantomeno necessario conoscere la lingua del Paese in cui si vive, per comunicare, ma soprattutto per rispettare il patrimonio culturale di quel dato territorio. Allo stesso modo, è fondamentale approcciarsi alle persone con cui interagiamo utilizzando un linguaggio che rispetti il loro io.

Grazie alle parole di un’intervistata, abbiamo compreso quanto sia importante utilizzare i termini giusti nel momento in cui si definisce una persona – anche solo per tutelarla in via legale. Ecco perché, tra le altre cose, il transfemminismo si batte per cambiare il linguaggio, al fine di renderlo più inclusivo, siccome quello vigente non sta al passo con i tempi e con la società che cambia.

Ovviamente, questo cambiamento non è che una tappa intermedia verso il raggiungimento di un obiettivo più grande: la parità di genere.

«Gli strumenti legali e le leggi passano anche attraverso le parole e i termini giusti; non puoi tutelare qualcosa che non esiste a parole, che non esiste nel linguaggio.
[…]

Il linguaggio è politico. Penso che bisogna passare il megafono a ogni soggettività e capire come ognuno vuole essere definito. Semplicemente, le persone si devono ascoltare […].

Il linguaggio è fondamentale: parla di te, dei contesti che vivi e che attraversi; ed è vero che il linguaggio è relativo, ma proprio per questa sua relatività è ancora più fondamentale prestarci attenzione.»

– Giada, 20 anni

Le reti

I movimenti sociali sono reti informali che si mobilitano sulla base di valori condivisi che producono varie forme di protesta. Molteplici movimenti sociali, quindi, possono essere collegati fra loro e supportarsi. Le reti costituite da tali movimenti permettono di mobilitare più risorse economiche, sociali e culturali di quanto ogni movimento potrebbe fare senza gli altri.

Infatti, alla manifestazione transfemminista dell’8 marzo, hanno compartecipato movimenti che originariamente si battono per temi diversi, ma che trovano coesione nel momento della lotta. In particolare, tutti i partecipanti vedono l’8 marzo non solo come un giorno di festa, ma come un giorno in cui ci si batte per i diritti e si festeggia per quelli già acquisiti.

Ad esempio, ha partecipato anche il movimento ambientalista Extinction Rebellion. Una ragazza, che fa parte di questo movimento e che ha partecipato alla manifestazione, ci spiega:

«Credo molto nell’intersezionalità, quindi nel fatto che tutte le lotte siano collegate e che vadano portate avanti tutte insieme per ottenere più risultati.»

– Chiara, 20 anni

Emily Aglì e Gaia Bertolino

Bibliografia
– E. Koyama, The Transfeminist Manifesto, 2001
– E. Zerubavel, Dato per scontato. La costruzione sociale dell’ovvietà, Meltemi, 2019
– I. Facheris, Parità in pillole. Impara a combattere le piccole e grandi discriminazioni quotidiane, Rizzoli, 2020
– J. Guerra, Il corpo elettrico. Il desiderio nel femminismo che verrà, Tlon, 2020
– S. De Beauvoir, Il secondo sesso, Il Saggiatore, 2016

Crediti della foto di copertina: https://www.ilquotidianodellazio.it/roma-flash-mob-non-una-di-meno-e-lurlo-di-penelope-di-inoltre.html

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