Caso Epstein: i dettagli che ancora non sai – Parte 1

Parlare del caso Epstein non è un’impresa semplice: significa tentare di spiegare uno dei più grandi e sconvolgenti casi di potere, denaro, violenza, abusi e legge; una vicenda che ancora non è si è conclusa e che continua a svilupparsi oggi.

Jeffrey Epstein è stato un imprenditore statunitense che iniziò la propria carriera dopo essere stato notato da un grande esponente finanziario e assunto in una banca di alto livello. Fondò una società di consulenza ma la reale natura dei suoi impieghi non è mai stata chiaramente definita. Diceva di occuparsi della gestione del denaro dei “super ricchi”, era in contatto con numerose personalità famose: Donald Trump, Bill Clinton, il principe Andrea. Era conosciuto da tutti ma nessuno sapeva nulla di preciso su di lui, era solo estremamente ricco e possedeva moltissime proprietà.

Si scoprì solo in seguito che si era arricchito grazie ad uno schema di truffe, realizzato insieme all’amico Hoffenberg che lo coprì quando venne incarcerato. Era in grado di controllare e manipolare le persone, usava i loro segreti sfruttando il proprio carisma. Un venditore perfetto, in grado di cavarsela sempre.

Le prime testimonianze di abusi

I segreti di Epstein hanno cominciato a emergere grazie ad una giornalista di Vanity Fair che, interessata a scrivere un articolo su di lui, ha individuato la testimonianza di due sorelle abusate da Jeffrey Epstein. Il modus operandi da lui utilizzato era identico: offriva opportunità di studio, denaro e lavoro a delle giovani ragazze minorenni, ricattandole poi emotivamente in cambio di favori sessuali.  Sfruttava spesso ragazze deboli e problematiche che avevano avuto una vita difficile, magari già state molestate da altri uomini quindi facili da controllare. Con determinate ragazze iniziò anche una tratta vera e propria: le scambiò e le “prestò” ad altri uomini famosi e importanti. Grazie al suo potere e importanza sociale, riteneva di essere intoccabile. Vanity Fair, infatti, non ha permesso alla giornalista di pubblicare l’articolo e il direttore del magazine ha ricevuto delle minacce.

Le indagini della polizia

La polizia, in seguito, è stata contattata a causa delle numerose donne che entravano e uscivano dalla casa di Palm Beach (Florida) di Epstein e soprattutto ha ricevuto la chiamata da una parente di una vittima quattordicenne. Sono iniziate così le indagini e con un effetto a catena, stanno emergendo ulteriori e numerose testimonianze di vittime minorenni: la faccenda si ingigantisce sempre di più.

Sono centinaia le storie, perché Epstein pagava alcune ragazze per reclutare altre amiche e minorenni. Anche Ghislaine Maxwell, la sua “fidanzata” individuava le giovani e le contattava: era la principale reclutatrice, il suo braccio destro. Epstein le manipolava tramite denaro e opportunità, usando il suo atteggiamento gentile, comportandosi come se fosse loro amico, dando loro l’opportunità di avere una vita migliore tramite i soldi, convincendole che fosse giusto.

Dopo sette mesi di indagini, gli agenti perquisirono la casa di Epstein ma capirono che era stato avvertito, mancavano infatti computer e hard disk. Dovevano agire con attenzione, proteggendo le informazioni anche per paura di eventuali ripercussioni. Tuttavia, trovarono alcune prove.  

Le indagini proseguirono ed Epstein, grazie a denaro e amicizie, si procurò una squadra di avvocati, la migliore del paese (fra cui l’avvocato dell’Impeachment di Clinton, K.Star). Organizzò una difesa incredibile, i detective e le ragazze erano sorvegliati tutto il tempo tramite investigatori privati, ricevendo spesso chiamate di minacce. Fu incarcerato nel 2006 solo per favoreggiamento alla prostituzione, uscendo dopo poche ore su cauzione.

Un caso senza giustizia

Per le vittime cominciò un vero e proprio inferno legale per colpa degli avvocati di Epstein che trattarono le donne coinvolte con estrema crudeltà e misero in dubbio la loro credibilità per il loro passato problematico. Dopo l’unica accusa di favoreggiamento, il capo di polizia di Palm Beach richiese direttamente all’FBI di indagare, partendo dalla testimonianza delle due sorelle.

Tuttavia, a due anni da quando il caso era stato affidato ai federali, dal 2006, non si seppe più nulla. Infatti, dopo che il procuratore federale incontrò gli avvocati di Epstein sparì il capo di accusa e venne bloccato il caso. Gli agenti erano scossi, volevano giustizia per le vittime ma Epstein riuscì a patteggiare, tramite un accordo segreto con i federali che chiuse il caso ancora prima di iniziarlo. Accettò le accuse e di scontare 18 mesi in prigione, che in realtà furono 13, entrando e uscendo dalla prigione a suo piacimento.

Le vittime non potevano essere protette. Ottenne l’immunità federale per sé e per i suoi collaboratori, tutti i suoi complici, conosciuti e sconosciuti. Denaro, potere e influenza, permisero a Epstein e ai suoi avvocati di farla franca. Le ragazze vennero etichettate come “prostitute minorenni” e non vennero protette dal governo, furono vittime di Epstein ma anche della mancanza dell’azione del governo.

Alice Faletti

In copertina: marieclaire.it

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