I font, lungi dall’essere una semplice forma stilistica, costituiscono da sempre un potente strumento comunicativo, carico di significato culturale e in grado di raccontare la storia e la visione del mondo di chi li ha creati.
Non sorprende che oggi i caratteri tipografici giochino un ruolo importante anche nella sensibilizzazione a temi importanti; ne avevamo già parlato qualche tempo fa a proposito dell’inclusive design e di come i caratteri tipografici possano veicolare significati di inclusione e accessibilità.
Altri temi a cui l’arte del design tipografico si è dimostrata sensibile riguardano l’ecosostenibilità e l’impatto del cambiamento climatico, tematiche molto sentite e discusse, soprattutto in queste settimane di COP26, la conferenza globale sul clima. Anche in questo campo il design si è saputo dimostrare un prezioso contributo alla lotta alla crisi ambientale, spesso vista come mero fenomeno astratto.
Il graphic design nella lotta alla crisi climatica
Ne è un chiaro esempio il Climate Crisis Font, carattere tipografico sviluppato da Helsingin Sanomat, un quotidiano finlandese molto diffuso tra i paesi scandinavi che si prefigge lo scopo di rendere l’informazione accessibile e comprensibile.

La missione di questo font è sensibilizzare le persone al problema, rendendo tangibili gli effetti e la velocità dei cambiamenti climatici, in particolare sullo scioglimento dei ghiacciai. Il font è un’OpenType variabile (scaricabile gratuitamente qui), il cui peso corrisponde a dati reali, raccolti dal NSIDC – National Snow and Ice Data Center – sullo scioglimento del ghiaccio artico nel lasso di tempo che va dal 1979 (anno in cui sono iniziate le registrazioni satellitari) fino ai giorni nostri e oltre, con previsioni che arrivano fino al 2050.
Proprio come i ghiacciai nel corso degli ultimi decenni, le lettere del carattere tendono a sparire e alleggerirsi nella progressione temporale: il peso più grande rappresenta l’estensione del ghiaccio artico registrata nel 1979, mentre quello più leggero rappresenta le proiezioni dell’IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change per il 2050, anno in cui si prevede che il ghiaccio dell’artico sarà ridotto del 30% rispetto al 1979.

Quella del cambiamento climatico è sempre stata una questione importante per il quotidiano finlandese Helsingin Sanomat. Nel 2019, per esempio, avevano realizzato delle penne contenenti un inchiostro ricavato dal diossido di carbonio, per poi distribuirle ai membri del parlamento finlandese e ai leader del G20, come esortazione a trovare una soluzione immediata alla problematica.
Recentemente la redazione ha utilizzato lo stesso font da loro ideato, il Climate Crisis Font, in un’edizione speciale del quotidiano. Hanno raccolto una serie di articoli a tema ambientale pubblicati da loro negli anni 1979–2020, per dimostrare come l’atteggiamento rispetto all’argomento e al modo di raccontarlo sia cambiato nel corso del tempo.
È evidente che un carattere tipografico, da solo, non può nulla contro il cambiamento climatico; è necessaria una presa di posizione decisa, per risolvere un problema che si fa sempre più urgente. Se però un font può anche solo in minima parte aumentare la sensibilità rispetto alla tematica, allora ecco che il graphic design si fa indispensabile, e può costituire un valido promotore e alleato nella lotta per un futuro più consapevole.
Rebecca Boazzo