Si può avere fretta di vivere? Comunemente una persona, se ha la fortuna di essere in salute e se non incombe in situazioni pericolose, vive una vita medio-lunga. Una clessidra con molta sabbia al suo interno scorre lenta, un granello alla volta. Ma se ogni essere umano vivesse la propria vita come quella di un cane, probabilmente avrebbe solo sedici anni buoni davanti a sé e questo sarebbe sicuramente fonte di preoccupazione. Una tremenda ansia, ansia di vivere, di fare, di sfruttare al meglio le proprie occasioni se non addirittura fare di tutto per crearsele le situazioni. Come fare una lista, ad esempio, da spuntare per raggiungere uno stato di soddisfazione tale da poter considerare la propria vita “ben vissuta”. Che poi chissà come può una persona sapere quali sono i traguardi che ti renderanno realmente felice.
Il film
Recentemente uscito su Prime Video “Anni da cane” di Fabio Mollo è la simpatica storia di Stella, adolescente Romana convinta di essere come un cane e, dunque, di vivere la propria vita sette anni alla volta. Spaventata dall’idea di morire una volta compiuti sedici anni, l’età comunemente raggiunta dai cani, decide di stilare una lista di obbiettivi da raggiungere entro un mese prima della sua prematura dipartita. Nel burrascoso tentativo di portare a termine la sua impresa inizia a stringere dei rapporti che, inaspettatamente, iniziano a farle pensare che la sua vita, in fondo, non va poi così male come pensava. Buffa, fresca e leggera come i ragazzi che la interpretano, questa storia non solo racconta delle ansie e delle paure che possono affliggere una giovane ragazza che si confronta con il suo piccolo mondo quotidiano, ma anche di quanto sia facile non accorgersi delle cose importanti quando si è impegnate a cercarle nel posto sbagliato.
Ansia di vivere
Se questa pandemia ci ha insegnato qualcosa sicuramente è che il tempo ha un valore inestimabile. Ognuno di noi si è trovato congelato, ha fermato la sua vita, o per lo meno le proprie abitudini, e ha visto scorrere davanti a sé una marea di momenti non sfruttati che nessuno gli o le potrà restituire. Questo ha fatto nascere in molti la sensazione che se non ci si impegna al massimo qualcosa possa andare storto e che il tempo possa nuovamente congelarsi. Se poi tutto ciò succede in un momento della vita in cui si compiono scelte importanti, dove le pagine sono ancora bianche pronte a essere riempite, uno si trova appesantito da una responsabilità ancora maggiore. “Ansia” di vivere, di sfruttare il tempo, di fare ciò che si può quando si può. Ma è una preoccupazione buona? È deleteria? Ci sono due scuole di pensiero a riguardo: avere paura a volte è positivo, insegna a non dare per scontato cose che, come il tempo, nel nostro immaginario lo sono, ma se troppo accentuata diventa pesante, un grosso mattone legato alla caviglia che si trascina in lungo e in largo. Un freno sì, che ti spinge a ricercare sempre la versione migliore delle cose senza goderti realmente il momento che stai vivendo. “Anni da cane” prova a dare una risposta, una versione molto vicina alla realtà che, chissà, potrebbe essere il modo giusto di affrontare la cosa.
Noemi Tron
Foto di copertina: style.corriere.it