Salvatore Garau: l’arte invisibile agli occhi.

Salvatore Garau, uno dei principali protagonisti dell’arte italiana contemporanea, ha dato una nuova svolta alle ricerche formali iniziate nel Novecento con le Avanguardie, esponendo una serie di opere completamente prive di forma fisica. Artista poliedrico originario della Sardegna, ha alle spalle della sua carriera due Biennali, un passato da batterista, e un presente da pittore e scultore. Per la prima volta ha deciso di realizzare delle sculture fatte con un unico materiale, l’assenza.

Io sono la prima di queste opere è stata venduta all’asta per 15.000€, destinata a una collezione privata, da collocare in un determinato ambiente con determinate misure. Ma non solo, il progetto ideato da Garau consiste in ben sette Sculture Invisibili indirizzate anche a luoghi pubblici. Attualmente ne sono state esposte tre: Uomo che pensa a Oristano, Buddha in contemplazione a Milano e Afrodite piange a New York.

Buddha in contemplazione, S. Garau, 2021 Milano

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Il progetto è figlio della pandemia. Per un anno e mezzo l’assenza ha invaso le vite di tutti noi, vite che un tempo erano fatte di presenze in continuo movimento. Per questo motivo l’artista si è servito dell’assenza per trasformarla in scultura. Questo tema, in verità, non è particolarmente nuovo alla storia dell’arte, la quale nel secolo scorso ha dato sempre più importanza all’idea piuttosto che alla forma. Basti pensare a Duchamp, ai ready made dadaisti, ai tagli di Fontana e a tutte le principali correnti artistiche che hanno attraversato il Novecento. Il Secolo Breve è stato caratterizzato da opere in cui l’assenza ha avuto un peso sempre più preponderante rispetto alla presenza e le Sculture Invisibili di Garau potrebbero rappresentare la somma di tutte queste sperimentazioni (ma questo sarà il tempo a deciderlo!). Eppure, il Covid19 non ha solo generato un turbine di mancanze, ha anche costretto il mondo a fermarsi: spostarsi è diventato molto più complesso, le mostre sono state arrestate per un lungo periodo, ma nonostante ciò, l’arte non si è mai fermata. Le Sculture Invisibili permettono all’artista di esporre sconfiggendo l’immobilità che ha caratterizzato i primi anni Venti del nostro secolo. Non è assente solo la materia, ma anche l’artista stesso.

Sebbene esse siano opere fatte di niente, non significa che non valgano nulla. Ognuno di noi è chiamato a guardare la scultura col cuore, escludendo la vista. È richiesto uno sforzo all’osservatore: costruire la forma seguendo la propria immaginazione. In questo modo egli non contempla solo l’opera d’arte, ma anche se stesso e ciò che la sua mente ha creato durante il viaggio della fantasia. I segni del tempo non colpiranno la scultura, sarà eterna e mutevole in base ai pensieri dello spettatore, parte realmente attiva di questo progetto. Ulteriore obiettivo di Garau è, infatti, sradicare l’essere umano dalla sua condizione di osservatore passivo: siamo continuamente tempestati da immagini e suoni che non ci lasciano niente, ed è anche da questo “Niente” che deriva l’invisibilità della scultura. L’assenza che per mesi ha soffocato le nostre anime diventa materia tangibile e libera la fantasia dell’essere umano. Non è un caso, in effetti, che il progetto preveda l’esposizione di sette opere, numero spirituale per eccellenza.

Nonostante la poesia che si nasconde dietro le intenzioni estreme di Garau, è facile pensare che essa possa essere pura strategia per guadagnare denaro con il minimo sforzo. La critica, infatti, è divisa in due : chi sostiene la genialità dell’artista e difende la filosofia nascosta dietro l’invisibile, chi invece reputa tutto ciò una frode consigliando a Garau di continuare sulla strada della pittura. La storia dell’arte ci ha sicuramente insegnato che il tempo è veramente colui che decide il valore di un’opera, tanto per una tela di David, quanto per Fontana di Duchamp. Sarà tiranno o benevolo nei confronti delle Sculture Invisibili di Garau? Sicuramente adesso è troppo presto per stabilire se esse siano un capolavoro contemporaneo o semplice vuoto.

Giulia Calvi

crediti foto di copertina: https://artslife.com/wp-content/uploads/2021/05/Salvatore-Garau.jpg

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