Il crowdfunding: come funziona e quali sono i rischi

Il crowdfunding è una forma di finanziamento nata nel Regno Unito nel 1997 quanto una rock band locale ha finanziato il proprio tour di reunion completamente online, grazie alle donazioni dei propri fan. Nel 2000, ArtistShare, la prima piattaforma di crowdfunding è nata e da allora il business è cresciuto molto rapidamente.

Grazie alle piattaforme di crowdfunding è possibile ottenere finanziamenti senza la necessità di rivolgersi a un intermediario finanziario. Questo significa che, se da un lato i costi e i vincoli sono poco stringenti, dall’altro può essere difficile controllare i rischi.

I tipi di crowdfunding

Le piattaforme di crowdfunding possono essere utilizzate sia per finanziare progetti e/o imprese, soprattutto nascenti, che per campagne di beneficienza e raccolte fondi. Per questo motivo esistono quattro diverse tipologie di crowdfunding:

  1. Crowdfunding basato sull’investimento: l’investitore finanzia un’impresa e ne diventa, solitamente, azionista. Ciò significa che è a tutti gli effetti socio dell’impresa e non vedrà la restituzione del proprio capitale ma, come ricompensa, i dividendi in caso di successo dell’impresa, ossia parte dei profitti proporzionali alla quota posseduta;
  2. Crowdfunding basato sui presiti: l’investitore impresta denaro a un’impresa che lo restituisce interamente a scadenza con interessi, solitamente corrisposti semestralmente (anche chiamato peer-to-peer business lending);
  3. Crowdfunding basato sulle donazioni: una somma di denaro viene donata con o senza la promessa di un ritorno;
  4. Crowdfunding basato sulla su una ricompensa: l’investitore finanzia un progetto e ottiene una ricompensa legata all’esito della causa supportata.

Come funziona il crowdfunding

Il crowdfunding è una richiesta di denaro effettuata pubblicamente sulle piattaforme apposite, i cosiddetti gestori. È necessario che alcuni elementi siano sempre opportunamente specificati:

  1. Quanto si desidera raccogliere, ossia qual è il goal dell’operazione di finanziamento;
  2. Quanto si è raccolto dall’apertura della campagna;
  3. Lo scopo della raccolta, ossia quello che i fondi ottenuti andranno a finanziare;
  4. Per quanto tempo l’operazione rimane aperta;
  5. Quante persone hanno già investito;
  6. Qual è la ricompensa dell’investitore.

L’investimento può procedere soltanto se è stato raccolto l’intero ammontare. Sono inoltre garantiti 14 giorni di ripensamento nel caso in cui l’investitore volesse ritirare il proprio capitale.

Quali sono i rischi del crowdfunding

Se, da un lato, il crowdfunding consente di accedere a un vasto pubblico e di conseguenza a molti finanziamenti, dall’altro lato, i rischi non possono essere sottostimati.

I principali rischi del crowdfunding sono:

  1. Il business in cui si investe potrebbe fallire e di conseguenza l’investitore potrebbe perdere tutto o parte del proprio capitale;
  2. Il ritorno non è garantito: l’impresa potrebbe non cresce e i dividendi potrebbero non essere pagati;
  3. Potrebbe essere difficile vendere le azioni: dal momento che a utilizzare il crowdfunding sono solitamente startup e imprese nascenti e quindi non quotate, le azioni sono poco liquide e potrebbero essere difficili da vendere contrariamente alle azioni di società quotate che invece possono essere scambiate nel mercato dei capitali;
  4. La piattaforma stessa di crowdfunding potrebbe fallire: ciò significa che, da un lato, l’investitore perde il proprio capitale e, dall’altro, l’impresa non ottiene il proprio finanziamento poiché la piattaforma è fallita nel frattempo.

Simona Ferrero

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