Se si intervistasse un campione sufficientemente ampio di cittadini italiani, molto probabilmente solo una piccola percentuale di questi dichiarerebbe di conoscere il Ceylon, così chiamato prima dell’indipendenza dall’Inghilterra, oggi Sri Lanka.
Al fine di scoprire qualcosa in più di questo paese, tanto ambito da turisti di tutto il mondo, si introdurranno le generalità dello stato, per poi procedere con l’analisi di qualche caratteristica culturale e si passare a un paio di curiosità sul piano sociale.
Si tratta di un’isola di poco più di 65,500 chilometri quadrati, circa la dimensione della Lituania, bagnata dalle acque dell’Oceano Indiano: per la sua forma e posizione è spesso soprannominata “la lacrima dell’India” o “la perla dell’oceano indiano”. Conta una popolazione di poco meno di 22 milioni di abitanti e una storia millenaria, che vede nei reperti preistorici importanti testimoni.

Lo Sri Lanka è considerato “l’isola della fortuna”: il termine inglese “serendipity”, deriva da “Serendip”, l’antico nome persiano dell’isola. Numerose potrebbero essere le ragioni di questo appellativo, certo è che le sue bellissime spiagge, la sua verdissima vegetazione, la storia antichissima, e il temperamento solare e radioso della popolazione contribuiscono alla causa.
Si tratta senz’altro di un Paese incredibilmente affascinante e meta di viaggi da sogno, ma forse uno dei tratti della nazione più degno di nota è la bandiera. Si tratta infatti di una delle bandiere più antiche al mondo, nonché una delle più particolari. È divisa in tre sezioni. Le due sezioni a sinistra sono una banda verde e una banda arancione: la prima rappresenta l’etnia mora, tipicamente di religione musulmana, la seconda quella tamil, tipicamente di religione hindu. La terza sezione è più evidente rispetto alle alte due in quanto un maestoso leone che brandisce una spada spicca su uno sfondo granata. Il possente felide rappresenta l’etnia Sinhala e la forza della nazione. La spada è affilata, simbolo dell’autorità e del potere, mentre l’impugnatura rappresenta i quattro elementi: aria, acqua, fuoco, aria. La folta chioma riccia dell’animale simboleggia la fede religiosa, la meditazione e la saggezza; il naso atipico per la sua specie rappresenta l’intelligenza; la barba la rettitudine della parola; le otto curve della coda rappresentano invece gli elementi del nobile ottuplice sentiero: retta visione, retta intenzione, retta parola, retta azione, retta sussistenza, retto sforzo, retta presenza mentale, retta concentrazione (solitamente rappresentati nella ruota del Dharma). Lo sfondo di questa terza sezione è il granata, simbolo dell’etnia Sinhala, mentre le quattro foglie collocate nei quattro angoli della sezione rappresentano le quattro virtù buddiste: la gentilezza, la compassione, l’empatia e la compostezza. Il colore zafferano dello sfondo, infine, simboleggia, ancora una volta, il buddismo e l’unità tra le persone.

Per tornare all’ipotetica intervista al passante, in molti sosterrebbero, anche in maniera ingenua e non certo superiore o arrogante, che si tratta di un paese “indietro”. Sbagliato. Non solo lo Sri Lanka si presenta come un paese all’avanguardia per quanto riguarda l’istruzione e l’università (ha un tasso di alfabetizzazione del 92%, migliore performance di tutta l’Asia meridionale), ma può anche vantare di essere stato il primo paese al mondo con un primo ministro donna (mentre l’Italia ancora attende di avere un primo ministro o un presidente della repubblica di sesso femminile): nel 1960, (quando in Italia le donne portano ancora la gonna e impensabile sarebbe stata anche solo l’idea della vittoria di una donna alle elezioni) Sirimavo Ratwatte Dias Bandaranaike, leader della partito della libertà dello Sri Lanka, vince le elezioni e il suo mandato viene confermato per tre volte, fino alle dimissioni a causa di problemi si salute.
In conclusione, lo Sri Lanka, vero e proprio paradiso in terra, o “isola della fortuna”, affonda le proprie radici nell’antichità e nella tradizione, che difende pur continuando a innovarsi e a vantare primati sociali degni di ammirazione.
Simona Ferrero