“Ho capito che dovevo partire. Andare lontano, oltre qualsiasi luogo conosciuto. L’ho capito all’improvviso, mentre ero sdraiato in veranda, con gli occhi al cielo e le stelle sopra di me.”
Inizia così il nuovo libro di Piero Armenti, uscito il 19 maggio 2020. L’imprenditore e urban explorer, residente ormai da 10 anni a Manhattan, lo annuncia sui suoi canali social, aggiungendo che dopo il primo giorno è già sold out.
È proprio grazie ai social network che ha iniziato a farsi conoscere, creando la pagina Facebook ‘Il mio viaggio a New York’, ad oggi seguita da 1,3 milioni di persone, e pubblicando giornalmente video sulla città di cui è innamorato.

Il libro non può essere definito un’autobiografia, spiega lo scrittore: nonostante il romanzo racconti di eventi che ha vissuto e di personaggi che ha incontrato lungo il cammino, questi si mescolano ad una “fiction”.
All’interno del novel la Grande Mela non è descritta solo come sfondo, ma è un vero e proprio personaggio. Piero Armenti ci prende per mano e ci guida in lungo e in largo per le strade trafficate di New York, scoprendone i volti più nascosti e i luoghi più suggestivi (raccolti in una mappa alla fine del libro). È veramente un libro che vi farà sognare e vivere in tutti i suoi aspetti la città che non dorme mai; già nelle prime pagine è facile, per molti giovani italiani, immedesimarsi nel protagonista.
Piero Armenti all’inizio della sua avventura “è un ragazzo come tanti, che ha appena finito l’università e non sa cosa fare della sua vita. Un ragazzo che ha voglia di vivere, ha voglia di libertà. E New York per lui è libertà totale: è incontri inaspettati con persone diverse e insolite, […], non notare le stranezze della gente perché ti sembrano normali. Ma soprattutto New York è le luci dei grattacieli che sembrano stelle, storie che si intrecciano e mille sogni che al mattino non si dimenticano. Del resto, tutto ciò che accade di importante nella vita di una persona, lì avviene dopo il tramonto […]”; queste sono le parole che si leggono nella trama.

Partire da solo da un paesino del Sud d’Italia, attraversare un Oceano per andare in un Paese lontano: non è facile. Ci sono umiliazioni, porte chiuse, momenti di malinconia. È fondamentale non abbattersi cercando di trovare un modo per produrre qualcosa d’importante, per realizzarsi come persona.
Si va in America alla ricerca di un’opportunità di vita, e Armenti l’ha trovata. Ancora adesso il fondatore di un tour operator è sorpreso dei suoi successi.
Dal libro, effettivamente, si evince che una città americana come New York è ricca di opportunità lavorative e di crescita personale, una metropoli che esprime libertà ed emancipazione.

Ovviamente non tutti quelli che raggiungono la city riescono ad avere la vita brillante che avevano immaginato, però pare che lì un’occasione venga data a tutti e chi la coglie e la sfrutta cambia il proprio destino.
La visione prettamente positiva dell’opera appare in netto contrasto con i giorni complessi che stiamo vivendo: infatti si colloca in un momento storico in cui le incertezze sono tante, così come le paure e le rivendicazioni dei propri diritti. Tra pandemia e manifestazioni contro la politica e la polizia americana dopo la tragica morte di George Floyd, si comprende molto bene che non è tutto oro ciò che luccica, come, in effetti, scrive l’autore stesso.
Il libro è comunque molto consigliato, gli argomenti sono intriganti, la lettura è leggera, scorrevole e veloce; ad ogni pagina ci si chiede cosa succederà dopo. Dà inoltre una lezione molto importante: insegna che i sogni non sono sciocchezze giovanili ma devono servire a dare una svolta alla propria vita, bisogna darsi da fare per realizzarli. Sognare senza far niente serve a poco.
Rebecca Nisi