Sempre più spesso sul grande schermo ci capita di vedere strabilianti trasformazioni fisiche dei più noti volti del mondo del cinema. E numerosi sono coloro il cui lavoro d’attore viene apprezzato ancora di più quando in gioco è presente un cambiamento di peso.
Momento fondamentale per la storia di questo fenomeno è sicuramente l’interpretazione di De Niro nel film “Toro Scatenato” del 1980 di Martin Scorsese. L’attore nel film è stato il primo grande esempio di un corpo che cambia radicalmente il proprio aspetto per il suo personaggio. Per il ruolo di Jake La Motta De Niro, nel corso delle riprese, è ingrassato di ben trenta chili. Molti sono stati coloro che dopo di lui hanno ereditato tale pratica.
Lo studioso Kevin Esch definisce tale disponibilità da parte dell’attore: actorly transformation. Secondo Esch, questo tipo di trasformazione ha due caratteristiche fondamentali. In primo luogo, il cambiamento deve avvenire con una sostanziale perdita o aumento di peso che non preveda l’uso di alcuna protesi (anche se queste in alcuni casi possono accompagnarla); inoltre Esch sottolinea come lo scopo principale di questa pratica sia una «maggiore fedeltà nell’interpretazione, non semplicemente l’idolatria e/o l’appeal sessuale». Cambia completamente il rapporto fra attore e personaggio interpretato, in quanto oltre a una immersione nella parte di tipo psicologico e sopratutto emotivo, ci troviamo di fronte a un’immersione fisica. Parliamo di una generazione di attori di formazione stanislavskijana-strasberghiana, è quindi inevitabile ritrovare in questo una nuova tecnica immedesimativa. Infatti il cambiamento del proprio fisico porta di conseguenza a un cambiamento dei movimenti, della voce, rendendo possibile all’attore vivere sulla propria pelle una esperienza ancora più vicina a quella del personaggio. Inoltre si tratta di qualcosa di tangibile, che non può essere frutto di una finzione, qualcosa di concreto che colpisce maggiormente lo spettatore.

La vittoria dell’Oscar da parte di De Niro forse è stata una premonizione della statuetta che ha premiato la nota interpretazione di McConaughey in “Dallas Buyers Club” che suggella una pratica ormai assodata. Possiamo anche dire che spesso l’Accademy sembri apprezzare, e non poco, le performance in cui è presente una trasformazione fisica, sopratutto quando questa risulta più radicale. Ma possiamo affermare con certezza che si tratti di una prova di reale bravura attoriale? Molti sono gli studiosi che infatti non condividono questa visione, criticando dunque la via che l’Accademia ha intrapreso.
Fra le performance che più hanno fatto parlare di sé , fra i casi più estremi ricordiamo:
Christian Bale, il trasformista più noto di Hollywood, ci mostra un drastico dimagrimento in “The Machinist – L’uomo senza sonno” del 2004 di , dove arrivò a pesare solamente 54 kg, grazie ad una dieta che prevedeva una mela al giorno, acqua, caffè e un occasionale bicchiere di whisky. Bale in un’intervista, per descrivere il drastico cambiamento, ha spiegato: “Quando sei talmente magro da riuscire a malapena a salire una rampa di scale, è come se fossi aria, come se avessi abbandonato il tuo corpo”. Solo un mese dopo aver abbandonato il ruolo l’attore si trova faccia faccia con Christopher Nolan che gli propone il ruolo che avrebbe cambiato la sua carriera. In 5 mesi riesce a prendere ben 44 chili per interpretare il supereroe DC più amato, ma Nolan lo costringe a perderne qualcuno in quanto Bale non riesce a entrare nemmeno nella tuta da uomo-pipistrello. La carriera di Bale è costellata da continui cambiamenti di peso repentini, ricordiamo oltre a quelle già citate, le performance in “The Fighter” del 2010, “American Hustle” del 2014 e “Vice” del 2018.

Charlize Theron, abbandona la sua bellezza mozzafiato per interpretare il personaggio della serial killer americana Aileen Wuornos, nel film “Monster” del 2003 di Patty Jenkins. Per una maggiore immedesimazione nella parte l’attrice è ingrassata di 15 chili, e ha peggiorato il suo aspetto fisico ed estetico, ricorrendo all’uso di lenti nere, denti finti e protesi in latte per il volto. Grazie a questa interpretazione la Theron si è aggiudicata l’Oscar alla miglior attrice protagonista.

Matthew McConaughey, comincia ad affermarsi sul grande schermo grazie ai ruoli da protagonista in alcune commedie romantiche a cavallo fra gli anni ’90 e 2000, dove ci appare con la sua abbronzatura perfetta, il fisico scolpito e i capelli dorati. Nella sua performance in “Dallas Buyers Club” non troveremo nulla di tutto questo. L’attore infatti per interpretare il protagonista, un “cowboy” omofobo malato di AIDS, ha perso 23 kg per cercare di rendere il più possibile gli effetti della malattia.

Un altro maestro delle trasformazioni fisiche repentine è sicuramente Jared Leto. Tutto è cominciato con il film che lo ha portato alla ribalta, “Requiem for a Dream” di Aronofsky all’inizio del nuovo millennio, per il quale il giovane attore, per interpretare al meglio la sua parte, perse 10 chili assumendo solo limonata, acqua e cayenna, e visse per 3 settimane con un gruppo di sbandati. Peggiore fu però la trasformazione subito successiva, per il film “Chapter 27“, per cui prese 30 chili, e che gli causò alcuni problemi fisici . Importantissima rimane però la sua interpretazione in “Dallas Buyers Club”, accanto a McConaughey, di Rayon, un transessuale sieropositivo. Leto ebbe solo 3 settimane per perdere quasi 20 chili, ma lo sforzo valse anche a lui la preziosa statuetta dorata.

Daniela Frezzati