Intervista a Amedeo Perna, Raffaele Battaglini, Riccardo de Caria e Riadi Piacentini, co-organizzatori di Legal Hackers Torino (capitolo locale della community internazionale composta da avvocati, imprenditori, tecnologi e innovatori dedita alla diffusione delle tematiche giuridiche delle nuove tecnologie). Legal Hackers è presente in più di 130 città nel mondo. In Italia conta 13 Capitoli.
- Avvocato Battaglini, quali obiettivi ha la vostra community e quali attività promuovete?
Legal Hackers promuove il “legal hacking”, ovvero il processo di sviluppo di soluzioni creative a problemi all’intersezione tra legge e tecnologia ispirandosi all’etica degli hacker originali del MIT degli anni ’50 e ’60. Il risultato può consistere in una soluzione tecnologica, nel miglioramento della fornitura di servizi legali o in un nuovo modo di affrontare un istituto giuridico.
I capitoli Legal Hackers organizzano eventi per favorire l’incontro e lo scambio, a livello locale, di novità, esperienze e riflessioni su tecnologia e diritto. Legal Hackers Torino ha organizzato tavole rotonde, dimostrazioni, webinar e incontri informali sui temi tecnologici più recenti quali intelligenza artificiale, blockchain, criptovalute, coding for lawyers, legal design, droni, stampa 3D.
- Avvocato Piacentini, chi può partecipare e come alle vostre attività?
Legal Hackers Torino è una community aperta e a libero accesso, indirizzata a chiunque sia interessato allo sviluppo dell’innovazione, delle nuove tecnologie e dei profili giuridici di riferimento. Per restare aggiornati e partecipare, suggerisco di seguirci nel gruppo Telegram.
- Dottor Perna, negli ultimi anni Torino sta promuovendo molti progetti e sostenendo molte aziende tecnologiche. Da imprenditore nel digitale, crede che la nostra città assumerà, in tale settore, un ruolo chiave in Italia?
Torino, che nel passato è stata culla di tante industrie che hanno cambiato l’Italia, deve recuperare la capacità di mettere insieme gli attori del territorio in una forte cooperazione e promozione. Nonostante una fase di de-industrializzazione, è ancora sede di eccellenze indiscusse (aerospazio, centri di ricerca, università). Ma bisogna puntare anche a crescere attraverso prodotti e servizi nuovi, sostenibili e pieni di inventiva, genialità e tecnologia.
Bisogna dunque fare ogni sforzo per promuovere e attrarre investimenti e capitale umano per progetti innovativi e tecnologici, progetti che possano essere rilevanti a livello mondiale, accogliendo innovatori e sperimentatori.
- Avvocato de Caria, l’attuale emergenza sanitaria mostra i numerosi benefici della tecnologia nel mantenere relazioni lavorative, di studio e familiari a distanza. Crede che possano, però, emergere anche dei problemi giuridico-tecnologici in ciò?
In primo luogo, sono emerse questioni relative alla cybersicurezza. Poter lavorare da casa è stato molto prezioso, ma i computer personali non sempre soddisfano un livello minimo di precauzioni per prevenire perdite di dati e cyberattacchi. Quali profili di responsabilità si pongono? Si devono attenuare gli standard per tener conto dello stato di necessità?
Vi è poi il molto discusso tema del digital divide e della comunque insufficiente dotazione tecnologica di molte famiglie, che possono ad esempio tagliare fuori dalla didattica a distanza intere fette di popolazione studentesca.
- Avvocato Battaglini, come è nato il capitolo Legal Hackers Torino e quali sono gli sviluppi futuri?
Legal Hackers Torino è nato nel 2016, primo capitolo di una community internazionale in costante crescita che siamo fieri di aver importato nel nostro Paese. Un ringraziamento speciale va all’Avv. Mattia Minelli e ai tanti amici che ci aiutano tutti i giorni a tenere viva la nostra community.
Per il futuro, stiamo ragionando su un nuovo format online in attesa di poter organizzare nuovi incontri di persona, in particolare la nuova edizione del Computational Law+ Festival.
Guido Casavecchia



