Le voci che sfidano la violenza

Che sia uno sguardo insistente, un fischio, il verso di un bacio, risatine e battute sul tuo aspetto con gli amici, suonare il clacson, imporre la propria compagnia in un locale al tuo tavolo, strusciarsi contro di te intenzionalmente in discoteca, fino a farti avvicinare alla macchina mentre si sta masturbando o abusare del potere della propria autorità per imporsi fisicamente, se sei una donna è probabile che ti sia imbattuta più volte in almeno una di queste cose.

Purtroppo, pur diffusi a livello globale, questi atteggiamenti nei confronti delle donne spesso stentano ad essere condannati socialmente e per questo anche nei casi più gravi succede che la persona in questione – pietrificata – possa esitare a denunciare l’accaduto o anche solo condividerlo con le persone care, perché si sente sporca, si vergogna, ha paura di non essere creduta.

Per questo motivo, circa un mese fa, quattro studentesse dell’Università di Torino classe 1997, Mariachiara Cataldo, Francesca Penotti, Giulia Chinigò e Francesca Sapey, dopo aver subito per l’ennesima volta un’aggressione verbale a sfondo sessuale, decidono di creare su Instagram breakthesilence_ita.

Break the Silence nasce il 7 giugno 2020 come pagina per

rompere il muro del silenzio che si è creato attorno alla violenza di ogni tipo, in particolar modo sessuale, e attorno alle discriminazioni di genere o di orientamento sessuale.”

Si impegna a dare voce a tutti, indipendentemente dall’età o identità, per creare una rete di persone che si sostengono a vicenda contro un nemico comune che va condannato e combattuto. Si può condividere la propria testimonianza che verrà pubblicata in anonimo indicando l’età al tempo dell’accaduto tramite Instagram, Facebook o scrivendo a breakthesilenceita@gmail.com.

In pochissimo tempo ricevono centinaia di testimonianze da tutta Italia, che vengono regolarmente condivise, e iniziano ad allargare gli orizzonti delle partnership, collaborando con Io sono Alice del centro antiviolenza Mascherona di Genova, che pubblica podcast di testimonianze reperite, e con Story of Catcalling. Si è esteso anche il team dietro al progetto, oltre i confini del Piemonte, con l’ingresso di Vanessa Russo, 21 anni di Genova, e Federica Fabrizio, 24 anni di Roma.

Le ragazze di Break the Silence sono effervescenti di idee e progetti e il loro engagement si estende oltre lo schermo dei social, perché per risolvere la problematica in questione serve sradicarla all’origine, quindi attraverso l’educazione: sia in sede scolastica, per quanto riguarda progetti di educazione sessuale e contro la discriminazione sessuale, che universitaria, promuovendo gli sportelli anti violenza, come VARCO del CLE.

Propongono sulle piattaforme social anche i week-end tematici, dove vogliono lasciare la parola ai professionisti del settore, come sociologi, avvocati, operatori di centri anti violenza, sessuologi, psicologi. Oltre a questo, hanno in programma di fornire le indicazioni delle forze dell’ordine su come procedere in caso di violenza o molestia e persino di predisporre lezioni di autodifesa.

Le suffragette torinesi hanno portato la loro iniziativa anche nelle istituzioni, incontrandosi con la sindaca Appendino a Palazzo Civico e al comune di Rivoli con l’assessore Alessandra Dorigo.

L’aiuto di Cristina Iemma è stato altrettanto significativo sul versante creativo, nell’ideazione del logo e nella realizzazione di magliette e mascherine che lo riportano, come si può vedere dalle foto.

In un periodo di grande instabilità e incertezza la collaborazione è fondamentale e queste giovani donne hanno dimostrato di avere la tenacia e la grinta necessarie per dare un megafono digitale a chi temeva di far sentire la propria voce.

Yulia Neproshina

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