Vi dicono niente le parole “Cruz del Sur” e “Cruz del Norte”? No? E “divise gialle”? Se la risposta è sempre no, allora, senza dubbio non avete mai visto “Vis a Vis – il prezzo del riscatto”. Se siete curiosi e volete passare il tempo, ma non sapete se vale la pena gettarsi nella visione di questa serie TV, allora leggete questa recensione (no spoiler).
Prima di cominciare, facciamo un breve quadro generale: “Vis a Vis” è una serie drammatica/thriller che si svolge in Spagna, all’interno delle carceri Cruz. Lo spettatore mette piede insieme alla giovane Macarena Ferreiro, una professionista indotta dal suo amante nonché capo a commettere vari illeciti nell’azienda per cui lavora. Tutto ciò andrà a suo discapito e la porterà a ricevere una condanna di sette anni. Indossata la divisa gialla, Maca dovrà imparare velocemente le regole della sopravvivenza. “Vis a Vis” mette in chiaro due cose fin da subito: non fidarsi di nessuno e cercare di uscire vivi dal carcere.
Questo volendo semplificare al massimo la storia; ma “Vis a Vis” è molto più articolata e complessa di così: la trama infatti non si limita soltanto alle vicende di Macarena, ma si arricchisce attraverso le storie di tutte le persone che in un modo o nell’altro vengono a contatto con lei. Ed è così che lo spettatore si ritrova a seguire le vicende della giovane Macarena Ferreiro, la battaglia e le sfide affrontate dalla sua famiglia per cercare di liberarla, le storie delle sue amiche e della sue nemiche.
La storia è senza dubbio come un gigantesco puzzle dove ognuno è protagonista della sua storia, dove niente è casuale e tutto si ricollega a tutto.
“Vis a Vis” ha tutto quello che serve: la suspense, i loschi complotti, le storie d’amore, i tradimenti, il tutto guarnito da scene anche piuttosto forti di violenza, che si intensificano sempre di più man mano che la narrazione evolve.
La sua trama è il giusto equilibrio tra una storia avvincente che parla di libertà, evasione e affermazione di se stessi e dei suoi personaggi: “la Riccia” e Saray, quelle passionali e impulsive, Sole e Tere, quelle più dolci, che suscitano quasi tenerezza; quelle un po’ ingenue che devono imparare a sopravvivere al carcere come Maca. Ci sono, poi, personaggi ambivalenti, dei quali non si sa se ci si può fidare o meno come il dottore o Fabio, la guardia, o ancora Zulema: fredda, calcolatrice ma molto furba, non ha paura di niente e vive con un unico obiettivo, cioè quello della libertà.
Il destino di Zulema si intreccerà con quello di Macarena, di cui sarà sia complice che antagonista. Il loro rapporto è senza dubbio uno degli aspetti più interessanti della serie: si evolve e cambia nel corso della storia, passa continuamente da odio ad una quasi amicizia, mutando a seconda degli eventi; non permette allo spettatore di abituarsi e di arrivare a definire il loro rapporto, così da non risultare mai scontato.
Un applauso va senza dubbio all’ottimo cast, una serie di brave attrici, alcune anche conosciute per ruoli di spicco in altre serie tv spagnole, come Alba Flores (Saray) e Najwa Nimiri (Zulema), rispettivamente Nairobi e Alicia Sierra in “La Casa di Carta”, che insieme alle loro colleghe sono riuscite a trascinare lo spettatore dalla loro parte, di coinvolgerlo e portarlo a fare il tifo per loro.
In conclusione, “Vis a Vis” è senza dubbio una serie affascinante, con un complesso equilibrio ma che funziona. Regala allo spettatore un vero e proprio mix di emozioni: a volte commuove e a volte fa arrabbiare ma sicuramente non annoia.
Chiara Manfredi