Qualche tempo fa vi avevamo segnalato una raccapricciante serie su Prime Video, Treadstone. Oggi, in ossequio del miglior cerchiobottismo, vi presentiamo una serie Netflix che ci ha fatto sollevare sopraccigli e dubbi. Sgombrate la mente, oggi parliamo di Freud.
Freud è una serie austriaca, presentata per la prima volta alla settantesima edizione del Festival del cinema di Berlino nel febbraio scorso, che ha fatto il suo approdo ufficiale su Netflix il 23 marzo. La serie, come lascia (falsamente) intendere il titolo, dovrebbe teoricamente raccontare la vita di un giovane Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, nella Vienna di fine ‘800: ancora sconosciuto e considerato alla stregua di un ciarlatano, il cocainomane Freud tenta di convincere la comunità medica e scientifica di Vienna dell’utilità dell’ipnosi. Fino a qui le (poche) informazioni forniteci sul giovane Sigmund sembrano avere dei risvolti biografici: Freud infatti fu convinto delle proprietà benefiche della cocaina fino ai quarant’anni circa, facendone uso; inoltre, in un primo e breve tempo, rimase affascinato dalla pratica dell’ipnosi, che abbandonò in favore di altri metodi di analisi più scientifici. Uno dei tanti problemi della serie è che la sua attinenza biografica finisce qui, entro i primi quattro minuti del primo episodio. Dopo questi primi minuti, la serie potrebbe tranquillamente cambiare nome.
Senza fare spoiler, in breve tempo il giovane Freud si trova da un lato invischiato in una alquanto confusa storia di satanismo, mentre dall’altro prova a collaborare con la polizia di Vienna.
Dove sono quindi i problemi di questo prodotto? Innanzitutto il problema più grande, motivo di tante critiche severe, è il fatto che non sia un biopic: come già anticipato la serie si sarebbe potuta chiamare in qualsiasi altro modo, ma il fatto di dover scomodare una figura così affascinante come quella di Sigmund Freud ha attirato moltissimi spettatori, convinti di trovarsi di fronte alla storia della vita di una delle menti più brillanti del XIX secolo, ma hanno invece avuto a che fare con altro.
Secondo gigantesco problema è il fatto che la serie sembri voler essere troppe cose tutte assieme: un thriller, ma senza suspence; un poliziesco ma senza lo schema classico del caso-indagine-colpevole; un doppione austriaco di Penny Dreadful (con le tinte cupe, le scenografie molto “piene” e quasi sovrabbondanti, le tematiche demoniache), ma senza Eva Green; un horror, ma così confuso e buttato in caciara che supera molto spesso la sottile linea tra horror d’autore e trash apocalittico.
A tutto ciò si aggiunga anche che gli sceneggiatori, come se già non avessero abbastanza le mani in pasta a dover disintegrare la figura storica di Freud, hanno deciso nella seconda parte della stagione di buttarci in mezzo anche la politica, intrecciando le storie dei protagonisti con quelle degli indipendentisti ungheresi nell’Impero austroungarico.
Freud ha fallito? Ni. Dal punto di vista tecnico è un prodotto mediocre, ma non merita in nessun modo una bocciatura. Il cast, nonostante gli attori siano sconosciuti nel nostro paese, si comporta bene senza picchi né positivi né negativi. La fotografia è di ottima qualità. Le scenografie hanno la pomposità oscura tipica del romanzo gotico, quindi funzionano. La cosa che manca è l’identità del prodotto.
Se la serie si fosse chiamata “Tizio barbuto combatte il satanismo con l’ipnosi” o “Ghostbusters Austria” avrebbe sicuramente attirato meno pubblico, ma non avrebbe tratto in inganno tanta gente con il miraggio di trovarsi di fronte al biopic di Sigmund Freud. E invece questo Sigmund Freud, che prova in tutti i modi ad essere un misto di Dylan Dog senza il suo carisma e Sherlock Holmes senza gli omicidi intricati, finisce per essere una triste trasposizione moderna dell’Esorciccio.
Luca Negro
Io l’ho vista e sinceramente sembrava una serie su un personaggio che non era Freud. Non dico che dovessero rispettare la realtà storica o medica di Sigmund. Ma trasformare la sua vita in un quasi porno mi è sembrato un pò troppo. Poi troppo scontata la figura dell’avvenente tentatrice e il suo adulterio. Possibile che non sanno scrivere di meglio? 😒
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Non mi ispirava prima e non mi ispira ora ahah 🙂 Non credo la guarderò ma è stato interessante leggere la tua recensione 🙂
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