Saremo tutti d’accordo che da quando esiste Netflix il nostro lato procrastinatore ha fatto i salti di gioia: streaming di alta qualità, binge watching a go go delle nostre vecchie serie preferite di cui prima avevamo solo visto puntate sparse su Italia1 e la scoperta di quelle nuove; non si rischia di ingravidare il pc con diecimila virus con un solo click, ma soprattutto abbiamo trovato milioni di escamotage per non pagarlo – parlo per esperienza e ringrazio la mia migliore amica che tanto gentilmente mi ha confidato le credenziali del suo account.
Ma oggi non sono qui per lodare Netflix. Infatti, per quanto sia stato una benedizione e maledizione tutto in uno, ci sono delle perle che ho scoperto nel favoloso mondo dello streaming (illegale) e alternativo alla N rossa che vorrei condividere con chi, come me, ama complicarsi la vita oppure non si accontenta dei contenuti disponibili o ha già visto tutta la sua lista dei desideri. Ho scelto serie di generi diversi, sperando di comprare l’attenzione di tutti.
1. KILLING EVE thriller-crime-dark humour
A chi è capitato di leggere il mio articolo su Fleabag (altro capolavoro e si può vedere su Prime Video), avrà capito che ho un debole per Phoebe Waller-Bridge. Ebbene, proprio lei è stata ingaggiata dalla BBC America per scrivere la sceneggiatura della serie – portando il suo tocco di humour brillante e magistralmente espresso da un cast a 5 stelle.
Il duo protagonista è composto da Jodie Comer e Sandra Oh (la prima vince un Golden Globe, la seconda un Emmy Award come miglior interpretazione in una Drama Series), che interpretano rispettivamente Villanelle, l’assassina sociopatica a cui l’Intelligence britannica dà la caccia, e Eve Polastri, funzionaria dell’MI-5 a capo della missione.
Il legame a distanza e l’interesse reciproco che si tesse tra le due diventa sempre più intrigante, trasformandosi nel circolo vizioso di un doppio inseguimento.
Acclamatissima dalla critica, la serie ha prodotto per ora 3 stagioni, con la terza rilasciata il 12 aprile.
2. HIGH FIDELITY dramedy
La proprietaria di un negozio di vinili, Rob (Zoë Kravitz), abbatte fin dalla prima inquadratura la quarta parete, per accompagnarci in un intimo excursus alla Zeno Cosini delle sue relazioni amorose passate, che ci aiuteranno a conoscerla e a comprendere meglio il suo approccio alla vita, seguendola nella sua ballade di autoinganni tra le strade di Brooklyn, che verranno man mano smentiti da una serie di flashback. La grande chicca dello show è la colonna sonora (playlist), che spesso proviene proprio dalle tracce dei vinili che ascoltiamo con Rob o dalle sue cuffie. I costumi, la fotografia e la colonna sonora costruiscono un’atmosfera inconfondibile intorno alla ricerca e riscoperta di Rob di se stessa, attraverso l’analisi dei suoi fallimenti amorosi. La serie è un secondo adattamento dell’omonimo romanzo di Nick Hornby – il primo risale a 20 anni fa con John Cusack, Jack Black e la mamma della stessa Kravitz, Lisa Bonet.
3.EUPHORIA drama
Sono molte le serie uscite recentemente ambientate tra i corridoi delle High Schools americane, ma questa – creata per l’HBO e basata sull’omonima miniserie israeliana – mostra un lato più crudo e fedele della realtà adolescenziale e ne affronta le problematiche di più forte peso e di grande attualità, anche per un pubblico universitario. Dipendenze, sessualità, relazioni tossiche, ansia, difficoltà ad integrarsi e di restare a galla sono solo alcune delle tematiche. Le immagini sono particolarmente forti, per cui la visione potrebbe non essere adatta a tutti.
La protagonista, Rue Bennett (Zendaya), è una diciassettenne tossicodipendente che, tornata dal rehab, non ha intenzione di restare pulita; finchè non incontra Jules, la ragazza nuova in città, che ad una festa cattura immediatamente la sua attenzione. Rue ci porta dentro la sua mente, ci fa esplorare la sua dipendenza, ma è anche un narratore onnisciente delle storie degli altri personaggi della serie. Spiamo con lei dal buco della serratura le loro vite senza che loro se ne accorgano, scopriamo sfaccettature di cui non ci saremmo mai accorti a prima vista – un po’ come nella vita di tutti i giorni.
4. I’M SORRY comedy
Elemento chiave della serie Trutv è proprio il titolo “mi dispiace”, espressione che Andrea Warren, autrice di podcast comici, moglie e mamma, utilizza fin troppo spesso. Accompagnamo la protagonista in situazioni apparentemente ordinarie, dove ogni volta, però, si trova ad affrontare le incomprensioni da parte di chi non coglie il suo umorismo, o si rifiuta di vedere la vita dalla sua prospettiva, a volte quasi immatura, fino ad imbatterci in contesti più inaspettati che sfidano la sua pazienza. Una serie leggera che ci pone fin da subito in simpatia Andrea, alle prese con una quotidianità che ha ogni volta qualcosa in serbo per lei, sempre con una battuta pronta – un Chandler al femminile che ci regala pillole di ironia e sarcasmo.
Yulia Neproshina