Il Coronavirus ha costretto un’intera nazione, come pian piano il resto del mondo, a chiudersi in se stessa.
Il mercato musicale sta affrontando un momento del tutto anomalo, al pari di molti altri, ma all’interno di una bolla particolare che è quella del mondo dello spettacolo. L’emergenza Covid-19, infatti, mette in discussione gran parte degli “ingredienti” che possono rendere florido il mercato: frontiere sbarrate, stop al turismo, chiusura per la maggior parte della attività commerciali come anche teatri, palestre, cinema, spettacoli musicali live e riduzione al minimo degli spostamenti. L’Italia si trova ad affrontare un’emergenza senza precedenti.
Ma come sta reagendo la popolazione italiana, considerando la gravità della situazione sia livello economico che sanitario? Il rischio per la propria vita e per quella dei propri cari? E l’essere costretti a restare a casa distanti dai propri amici e, in alcuni casi, dai familiari? Piuttosto bene, direi.
L’Italia si è attrezzata: gli italiani hanno scoperto la possibilità di lavorare da casa, il web è stato invaso da corsi online, i musei di tutto il mondo si sono attrezzati per mettere a disposizione tour virtuali delle esposizioni, corsi di danza, musica e fotografia e altri più professionali per il lavoro, alcuni negozi si stanno affidando al proprio shop online con sconti e spedizioni gratuite, gli aperitivi e i dopocena diventano virtuali, comodamente dal divano di casa, in tuta o in pigiama in videochiamata con gli amici. A beneficiare di questa brutta situazione è stato unicamente l’ambiente: smog diminuito e aria più respirabile.
E la musica?
La musica è uno dei settori che ha più risentito delle barriere alzate per evitare il contagio: interi tour annullati, e si sa che i concerti, dopo il calo delle vendite degli album, sono uno dei campi più remunerativi per gli artisti.
Poco diversa è la situazione dei Dj e delle band (anche minori) che si esibivano nei locali e nelle discoteche anch’essi chiusi per ordinanza ministeriale.
Ma la musica si è fermata? No!
Con l’hashtag #iorestoacasa, si sono scatenate una serie di iniziative: dai flashmob sui balconi di casa propria alle innumerevoli playlist Spotify a tema.
Il virus non ha fermato gli italiani e neanche la musica, che sembra quasi esorcizzare questa pandemia, che continua a fluire nelle case e fuori, nei vicoli, altrimenti silenziosi e deserti.
Chiara Manfredi