In poco più di due settimane siamo finiti tutti in quarantena. Questa è stata sicuramente l’unica soluzione per far fronte all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo – ma allora perché quando tutto è iniziato ci incoraggiavamo a vicenda con tanto di #milanononsiferma (e tutte le sue varianti) a star tranquilli e a continuare a vivere come sempre? La risposta non è semplice, e dare la colpa a qualcuno adesso è inutile. Ciò che possiamo però analizzare è il grande problema di comunicazione che c’è stato da parte del governo e dei media, e come tutto ciò ci abbia portato ad una dissonanza cognitiva di massa.

Partiamo col spiegare cos’è la dissonanza cognitiva: consiste in quel fenomeno secondo cui quando delle cognizioni (credenze, conoscenze, opinioni su di sé, gli altri o il mondo) sono in contrasto tra loro e/o con un comportamento, emerge uno stato di disagio psicologico che conduce all’elaborazione di vari processi. In poche parole, informazioni e convinzioni che sono discordanti tra di loro ci portano ad uno stato di agitazione, paura, stress e tensione.
Ne è un esempio lampante ciò che abbiamo vissuto nelle prime settimane. Analizziamo i vari step da cui siamo passati per arrivare a dove siamo ora:

- Inizialmente il Coronavirus è in Cina dove tutto resta chiuso per mesi, ma i media ci dicono che è tutto ok, che non arriverà in Italia.
- Il virus arriva in Italia, ma dobbiamo stare tranquilli, non c’è da preoccuparsi poichè è una semplice influenza che colpisce una percentuale minima della popolazione, ed è inutile fermarsi (vedi hashtag suddetto).
- Arriva la quarantena nelle province milanesi, poi in tutta la Lombardia e successivamente in tutta Italia.
Tutte queste informazioni discordanti tra di loro ci hanno portato ad una dissonanza cognitiva e ad un incremento esponenziale di contagi. Se l’informazione fosse stata fin dall’inizio coerente con i provvedimenti attuali, l’Italia intera avrebbe accettato la quarantena in modo più consapevole, mentre adesso, a causa di tutte queste discordanze, molti pensano che sia lecito trasgredire l’attuale quarantena. Le reazioni che stiamo vedendo sono le seguenti:
- Negazione del pericolo.
- Non curanza del pericolo (es.”non è un mio problema”)
- Panico e psicosi (es. supemercati svaligiati)
Adesso possiamo solo sperare che tutto si risolva al più presto e che il resto del mondo impari dai nostri errori.
Rossella Cannella