Treadstone. Amazon, ma cosa fai?

Periodo di coronavirus, di quarantena, di flashmob dal balcone di casa e di serie TV a tutto spiano. Ma mentre Instagram pullula di consigli su ottimi film da vedere, noi qui oggi vogliamo fare l’opposto, vale a dire distogliervi da una serie orripilante e che non merita la considerazione di nessuno. E questo per due semplici motivi: da un lato scrivere critiche è tanto divertente quanto leggerle (per parafrasare il critico Anton Ego in Ratatouille); dall’altro riteniamo che il vostro tempo abbia un valore, e che non vada sprecato con un prodotto così mediocre.
Signore e signori, oggi parliamo di Treadstone.

In principio era Jason Bourne. Una fantastica trilogia filmica, con un giovane Matt Damon come protagonista, che raccontava la storia di un uomo che perde la memoria e scopre di fare parte di un programma della CIA per creare l’assassino perfetto (il programma Treadstone, che dà il nome alla serie), il tutto mentre mezza Europa prova a farlo secco. I primi tre film, The Bourne Identity (2002), Supremacy (2004) e Ultimatum (2007), basati sui romanzi di Robert Ludlum, erano stati degnamente in grado di ritagliarsi una propria nicchia di appassionati nel mondo del cinema thriller d’azione, conquistando milioni di fan.
Nonostante la saga si fosse conclusa degnamente e nonostante nessuno sentisse la necessità di un sequel, come tristemente spesso capita, alcuni produttori hanno visto la possibilità di mungere la vacca grassa, producendo i due dimenticabilissimi The Bourne Legacy e Jason Bourne (davvero Matt Damon, perché l’hai fatto?). Ma, evidentemente, non era abbastanza.

Chi vi scrive è sempre stato un grande fan della saga, tanto da aver letto i libri, giocato al videogioco (stendiamo un velo pietoso…) e aver visto tutti i film. Nonostante avessi perso la fiducia nella saga dopo l’ultimo film del 2016, quando venni a sapere che Amazon avrebbe prodotto una intera serie TV sull’universo di Jason Bourne, ho gioito: Amazon notoriamente confeziona prodotti dall’altissimo valore, non bada a spese e sbaglia pochi colpi. Pochi, ma questo è uno di quelli.

Treadstone tenta di raccontare la storia del già citato programma della CIA fin dalle sue origini negli anni della Guerra fredda e di come questo si sia evoluto, mischiando assieme le storie di cinque personaggi in epoche diverse, in luoghi diversi. Il risultato narrativo è un minestrone di salti temporali e spaziali che non permettono di affezionarsi a nessun personaggio: gli episodi sono mal scritti, molte volte situazioni pericolose si risolvono con deus ex machina improbabili e senza spiegazioni, e tutto quel che avviene sullo schermo “capita” nel senso letterale del termine: buttato lì nel modo più causale e stocastico possibile.
Altro problema, sempre legato al fatto che si tratti di una serie corale e che le storie dei protagonisti siano così spezzettate, è che alcune di queste storie sono ben recitate e dirette, mentre altre hanno lo stesso sapore delle produzioni amatoriali di bassa qualità che talvolta Italia1 propina la domenica pomeriggio: questa continua alternanza tra (poche) cose ben fatte e (molte) altre inguardabili confonde lo spettatore, che ad un certo punto va avanti per inerzia, giusto per mettere la parola “fine” a questo incubo di aleatorietà narrativa.

Treadstone è una serie brutta e scritta coi piedi. Alcune scene brillano per lucidità registica e attoriale, altre fanno dubitare che Amazon abbia veramente finanziato la serie, con banali errori di regia, una fotografia imbarazzante e una recitazione da teatro della parrocchia. Ma il problema più grande di questa produzione è un altro, cioè che sfrutta il nome e l’universo di Jason Bourne per attirare spettatori ignari di trovarsi di fronte dieci ore di mediocrità e noia.
Se proprio avete finito tutto il resto del catalogo Netflix e PrimeVideo e non sapete cosa guardare mentre cucinate o pulite casa, allora date a Treadstone un’occasione. Altrimenti c’è sempre il Premium gratis su PornHub.

Luca Negro

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