Sebbene la maggior parte di noi ne abbia sentito parlare, in pochi sanno davvero cosa sia la dislessia. Si tratta di uno dei disturbi specifici dell’apprendimento, chiamati comunemente DSA, e si manifesta tramite difficoltà nella lettura. Altri disturbi dell’apprendimento sono:
-Disortografia, che riguarda difficoltà a livello fonologico, quindi nel processo di scrittura sono omesse alcune lettere o sillabe, non sono inseriti gli spazi nel modo giusto o vengono commessi gravi errori di ortografia;
–Disgrafia, che comporta criticità nell’abilità motoria della scrittura e si rivela con una mancata organizzazione della gestione dello spazio e sproporzione della grandezza delle lettere;
–Discalculia, che rende invece faticoso comprendere e operare con i numeri o percepire la correlazione fra cifra e quantità; ad esempio capire che il numero 5 rappresenta una quantità inferiore al numero 7 ecc.
Bisogna ricordare che i DSA non sono assolutamente legati a deficit di intelligenza e che, anzi, i soggetti che ne presentano uno o più spesso risultano avere un quoziente intellettivo superiore alla media. Questo perché i disturbi dell’apprendimento sono delle neurodiversità, ovvero un “modo diverso di ragionare”.
In particolare, le persone dislessiche tendono a pensare per immagini e riescono in maniera del tutto naturale a girare e a capovolgere nella loro mente gli oggetti a cui pensano. Se chiedessi loro di immaginare una forchetta, loro la immaginerebbero non solo nel modo classico, con il manico all’ingiù e i denti all’insù; saranno capaci di visualizzare l’oggetto anche a testa in giù, di lato, in orizzontale e così via.
Un cervello abituato a visualizzare gli oggetti in questo modo potrebbe fare altrettanto con numeri e lettere, con il conseguente rischio di confondere, ad esempio, le “b” con le “p” o il “6” con il “9” durante la lettura.

Tutto ciò, durante la vita scolastica, può portare non poche difficoltà, perché una delle principali forme di trasmissione di cultura in ambito scolastico è proprio la lettura ed è perciò importante offrire a questi studenti strumenti adatti alle loro esigenze, ad esempio la sintesi vocale e l’esonero dalla lettura a voce alta in classe.
D’altro canto un “modo diverso di pensare” può essere una caratteristica invidiabile, infatti chi ragiona per forme e immagini pensa in maniera dinamica, vedendo connessioni inusuali, memorizza più facilmente e riesce a vedere la situazione da più prospettive: ciò rende le persone dislessiche creative e geniali.
Erika Manassero
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