Here – dove l’arte incontra la condivisione

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La quarta edizione di Here è stata inaugurata il 17 maggio e si concluderà questa domenica, 26 maggio, ed è aperta tutti i giorni dalle 17 alle 21. La mostra autogestita è la più grande d’Europa nella sua categoria e ospita 200 artisti da tutto il mondo, di cui circa 50 fissi, occupanti uno studio in Cavallerizza per tutto l’anno. L’usufrutto degli studi da parti degli artisti è stato reso possibile quattro anni fa, quando per allestire la prima edizione di Here l’Assemblea 1445 ha pulito e reso accessibili moltissime stanze della cosiddetta Manica Lunga, nel settore arti visive.

Gli artisti di Here sono invitati a restare in Cavallerizza per tutta la durata dell’allestimento e della mostra – ci spiega Gerardo – e possono arrivare anche 20 giorni prima, portando i propri materiali o usando – come spesso fanno – materiali trovati in loco. Nella Cavallerizza Irreale infatti gioca un ruolo importantissimo la condivisione: degli spazi, dei materiali e delle idee. E’ cosa nota che gran parte dei locali dell’ex Cavallerizza Reale siano occupati da molti anni, e che diversi collettivi operino all’interno, creando molti momenti di condivisione, di cui Here è l’esempio più grandioso e meglio riuscito.

Il tema di quest’anno è Temporary Cities – Le Città Invisibili, un fil rouge che collega tutte le opere, che parlano di Torino o di mondi lontani, con tutti i mezzi espressivi immaginabili. Scopriamo insieme alcuni degli artisti partecipanti.

La prima a colpirci è Ambra Lorito, il cui allestimento lascia perplessi, solo per un attimo: una serie di strumenti, tamburi creati dagli oggetti più disparati, una semplice chitarra, del riso che cade sulle delle conche riempite di chiodi che produce un suono celestiale, hukulele, xilofoni. C’è di tutto qui dentro, e lo suoni tu stesso. Ambra chiede scusa, << Vi lascio subito tranquilli>>, assicura, mentre risistema un pezzo dell’opera. E’ questa l’arte, è questa la condivisione.

Jordy Le Bruchec viene dal sud della Francia, e dipinge e disegna bellissimi quadri astratti con tempere e pennarelli acrilici. Ha sentito parlare per la prima volta di Here da un amico l’anno scorso e quest’anno ha deciso di partecipare per mettere “in mostra” le sue opere. Ci ha spiegato che non ama partire da un’idea precisa in testa, ma lasciarsi guidare dal disegno stesso, così non sa mai come finirà. E’ arrivato in Cavallerizza 10 giorni prima dell’inaugurazione e sfrutta il tempo e lo spazio che ha a disposizione per continuare a lavorare ai suoi quadri.

Santa Istvan Csaba, nato in Transilvania e di famiglia ungherese, vive a Torino da diversi anni, e anche lui è un “novellino” qui a Here. Il suo spazio è interattivo: davanti a te c’è solo una tenda scura, e un cartello che ti dice di entrare con la luce del telefono accesa. All’interno è buio pesto, bisogna farsi luce per scoprire delle foto in bianco e nero di paesaggi innevati che sembrano uscite da un album antico. Il gesto di accendere la luce sembra voler far risorgere delle memorie lontane, nascoste nella mente, e l’artista dichiara di aver voluto ricreare delle suggestioni di un passato lontano, nella sua “Winter Transylvania”, del 2010.

Noemi Didu e Federico Crisa sono due ragazzi che, attraverso un viaggio nel sud est asiatico, hanno riportato a casa e nel loro allestimento una raccolta di foto, tanto semplici quanto descrittive del loro trip di due mesi. I loro scatti, che a prima vista possono sembrare quasi fuori contesto, sono invece emblematici dei luoghi che hanno visitato. Piccoli dettagli, come un angolo di strada o un albero, che lentamente si riprende il suo spazio vitale invadendo con le sue radici una strada asfaltata, raccontano efficacemente ciò che i due viaggiatori vogliono trasmettere che è anche il motivo alla base dei loro spostamenti. Il viaggio come ricerca e come connessione polivalente con gli elementi del luogo, permettendo a questi ultimi di attraversarci e farci sentire parte integrante del luogo.

Con questa piccola anticipazione invitiamo chiunque volesse farsi stupire (anche solo grazie alla suggestiva ambientazione) a partecipare a quest’evento, visitabile fino a questa domenica. Già dai primi passi all’interno dei corridoi ci si sente facente parte di tutto ciò che rappresenta Here, a partire dal forte e sentito sentimento di condivisione che parte dagli artisti allestitori e che riesce a contagiare anche il visitatore più inesperto. Oltre agli allestimenti fissi, ogni giorno l’offerta della mostra comprenderà le più diverse attività, da piccoli concerti fino a veri e propri laboratori culturali. Chi entra e gode dei tre piani di mostra – e della soffitta – non può che rimanerne estasiato, ammirando le più diverse e coinvolgenti opere degli altrettanto diversi e variegati artisti provenienti da tutto il mondo, che grazie allo sfondo della Cavallerizza possono vantare un contesto davvero raro e suggestivo.

Anna Contesso e Antonio Ruggiero

Per maggiori informazioni sul programma di Here, visitare il sito: https://cavallerizzairreale.org/category/here/

Foto di Antonio Ruggiero

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