“Gli sdraiati”: così lo scrittore Michele Serra, nel 2013, definiva un’intera generazione di adolescenti. Giovani inermi, indifferenti, incomprensibili agli adulti, a cui si rivolgeva esordendo: “l’orbita della Terra attorno al Sole vi è estranea […] avete relegato il tempo atmosferico tra i dettagli che bussano vanamente sulla superficie del vostro bozzolo.” Poi più aspro: “sogno di ogni gerarca o funzionario della presente dittatura, che per tenere in piedi le sue mura ha bisogno che ognuno bruci più di quanto lo scalda, mangi più di quanto lo nutre, illumini più di quanto può vedere…”
Parole pesanti – eppure aggravate come sintomo di preoccupazione – nel lasciare il mondo ai posteri. Ora i ruoli però, paiono invertiti: da un po’, per le vie di Torino si avvistano giovani sdraiati, che quelle stesse accuse le rigettano agli adulti. A loro l’orbita della Terra NON è estranea, nè il tempo atmosferico.
Anzi sono sorprendentemente informati, avidi di conoscere ciò che accade sulla superficie terrestre, e possiedono dati che presentano decisi a chi il mondo lo getta in avanti. È un segno di protesta poi, vederli sdraiati: per richiamare l’attenzione di tutti su un problema – quello del riscaldamento globale, ma in generale la distruzione accelerata del Pianeta – che sta loro a cuore.
Sdraiati a occupare le vie oggi, sono sostenitori dei Friday for Future Torino, e non si limitano a stare lì fermi con cartelli dai forti slogan:
Cos’avete fatto al pianeta? ‘La nostra casa è in fiamme’
E nemmeno vogliono che il dibattito dei media si concentri su Greta, la giovane attivista svedese all’inizio del movimento: l’attenzione va interamente, e immediatamente, al vero problema, la salvaguardia del Pianeta, di cui ognuno/a si sente protagonista.
Così, mentre con Greta – che per loro resta comunque un simbolo nonché portavoce – la lotta approda al Parlamento europeo, a Torino prosegue tramite scioperi sì, ma soprattutto con l’informazione, e ancora di più con le azioni: pulire parchi e altre zone degradate, coordinandosi con enti locali (Amiat, Legambiente…), eventi di scambio vestiti, promuovendo un’economia circolare di riuso a scapito della fast-fashion industry, conferenze nelle scuole… oltre a tutto il lavoro di rete a livello nazionale con l’intera generazione che oggi, sdraiandosi, intende cambiare futuro al Pianeta.
“Per molti è inutile: la mia famiglia si rifiuta persino di fare la differenziata, perciò tocca a me prendere il sacco e smistare. Ho provato a sensibilizzarli, ma non vogliono nemmeno sentire motivazioni (ovviamente non sanno che partecipo ogni venerdì)” – Francesca, una di loro.
Alice Tarditi
(foto di Giorgio Brizio, anche lui membro dei F4F di Torino)
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