“Questo non è un romanzo. E neppure un racconto. Questa è una storia.”
La storia di Hervé Joncour, un uomo che comprava e vendeva bachi da seta.
La prima impressione che investe il lettore è l’essenzialità e la sottigliezza del breve libro di Alessandro Baricco, ambientato nell’Ottocento. Le parole e le pagine stesse scivolano l’una dopo l’altra come seta bianca, quasi impalpabile, tra gli occhi e le dita del lettore. Il protagonista stesso può dirsi essere fatto di seta, è “uno di quegli uomini che amano assistere alla propria vita, ritenendo impropria qualsiasi ambizione a viverla”. Inizialmente Hervé si guarda sopravvivere, affidando la sua sorte e la sua stessa esistenza alla rassicurante monotonia delle sue giornate e alla piatta relazione con la moglie, Hélène, finché un giorno, in un caffè del piccolo paesino in cui vive, Lavilledieu, conosce un bizzarro individuo, Baldabiou, che lo introduce nel mondo del commercio di bachi da seta. A causa di un’epidemia che si abbatte sulle uova, mettendo a repentaglio la produzione della seta nella cittadina francese, Hervé inizia a viaggiare per il mondo per acquistare bachi non infetti e salvare l’economia del paese.
Sarà il viaggio “fino alla fine del mondo”, nel lontano Giappone, e l’incontro con una misteriosa ragazzina con “occhi che non avevano un taglio orientale” ad increspare la seta della sua impercettibile e piatta vita, un cambiamento che si avverte anche nella struttura narrativa, che subisce progressivamente una più viva partecipazione del protagonista che finalmente inizia a prendere in mano la sua esistenza, non permettendo più agli altri di cucirgliela addosso con passività. Ci troviamo di fronte a un amore platonico, che si limita a intensi sguardi, destinato ad appassire presto e a non fiorire mai. “Non ho mai sentito nemmeno la sua voce. È uno strano dolore. Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai.” Questo sentimento così effimero e delicato è espresso con maestria nella prosa poetica di Baricco, che con la sua semplicità riesce a rendere tangibili sentimenti e personaggi che non hanno bisogno di eccessive descrizioni, ma attraverso frasi brevi e concise trovano tutta la loro originale essenza. Questo libro è un continuo alternarsi di percezioni uditive, come la bella voce di Hélène, tattili, come la seta che scorre sul corpo di Hervé e visive, la “triste danza” di sguardi tra i due “amanti”, queste sensazioni confluiscono e raggiungono il vertice più alto nella misteriosa lettera che il mercante fa tradurre e leggere da Madame Blanche, una prostituta giapponese che vive in Francia.
È un libro che si legge tutto d’un fiato, di una delicatezza e sensibilità unica, e la struttura narrativa è strettamente legata allo sviluppo della trama, che subisce leggere variazioni come se seguisse lo stato d’animo del protagonista, adattandosi tra le pieghe della sua vita di seta, stravolta da un amore che non ha bisogno di spiegazioni.
Eleonora Grossi