Asterio, il cuore nella poesia e la testa nella matematica

Mohamed Amine Bour è un poeta innamorato della vita. All’età di 11 ha preso la coraggiosa decisione di trasferirsi in Italia, lasciando la madre e la famiglia in Marocco. Asterio, pseudonimo scelto dal poeta, è stato invitato a numerosi eventi, tra cui a Milano e a Brescia, dove ha affrontato il tema della crisi di identità dei giovani marocchini di seconda generazione. Recentemente è stato chiamato a leggere i suoi scritti al Salone del libro di Torino, a cui aveva già partecipato nel 2017.   Oggi Amine ha 22 anni, e The Password l’ha intervistato per poter raccontare la sua storia.

Se dovessi riassumere la tua storia in poche righe, quali sarebbero gli eventi e le scelte che hanno più contribuito a renderti ciò che sei oggi?
La morte di mia nonna nel 2012 ha avuto un impatto significativo sulla mia visione della realtà , in quanto molto del mio rapporto con l’altro l’ho appreso da lei. Dopo la sua morte mi sono avvicinata al mondo della spiritualità, trovando rifugio nella religione dell’Islam. In seguito ho scoperto il mondo della filosofia e della letteratura, che mi permette costantemente la realizzazione e la ricerca mistica e spirituale, nonostante io abbia sempre ammirato il mondo della logica, della matematica e della fisica.

Sei stato uno studente del Politecnico di Torino, e ora studi invece Lettere moderne. Cosa ti ha spinto verso questo cambiamento così significativo?
Mi è sempre interessato il mondo della ricerca. Ho scelto di iscrivermi a ingegneria fisica per procedere nelle nanotecnologie e quindi della ricerca. Durante questo periodo però la mia passione verso la letteratura e i libri in generale continuava a crescere, ma ciò che mi ha spinto maggiormente è il desiderio di esprimere a parole ciò che sento e penso. Il fatto di non avere una lingua madre in grado di permettermi di esprimere a pieno ciò che avevo dentro, mi ha condotto verso lo studio dell’italiano, lingua che sento più adatta ad incarnare il mio pensiero.

Raccontaci della tua poesia. Sei stato chiamato a leggere i tuoi scritti in più manifestazioni. La tua poesia parla alla gente. Cosa vuoi esprimere attraverso le tue poesie?
Tramite le mie poesie cerco non solo di esprimere ciò che penso e sento ma anche di riprendere i poeti e la cultura, occidentale ed araba, a cui sento di appartenere. I poeti e gli scrittori che hanno influenzato l ‘umanità nel corso della storia. Per questo, come dice Borges, ”Gli altri si vantino delle righe che hanno scritto, io vado orgoglioso di quello che ho letto”. Il fatto che le mie poesie vengano accolte da chi le ascolta prova la forza della parola, in grado di parlare al cuore delle persone. Se un tempo trovavo soddisfazione nelle formule matematiche per descrivere il mondo, ora credo che la parola, e la poesia in particolare, siano il metodo più giusto per parlare agli altri, confrontarsi e consolarsi.

Qual è il rapporto tra la tua storia e la tua poesia?
La mia storia è la storia delle persone che l’hanno vissuta con me. Il poeta, a mio avviso, ha il compito di osservare la realtà che lo circonda, facendosi interprete delle vicissitudini di coloro che non hanno i mezzi per poterne esprimere il dolore e la sofferenza. Dare voce alle emozioni delle altre persone, a quelle gioie e inquietudini a cui è difficile dare un nome.

Poesia e matematica, due mondi apparentemente molto distanti ma da te ugualmente amati. Come risolvi questo conflitto?
La poesia surrealista è in grado di soddisfare a pieno questa esigenza e di permettere un totale connubio, soprattutto nella poesia matematica, che ho avuto modo di conoscere grazie a Borges. Ma, in realtà, ad una più attenta osservazione, risulta chiaro come tutta la poesia si basi su schemi matematici.

Aurora d’ Agosto
Ho camminato sul ciglio della vita
Cercando presso l’aurora i tuoi occhi
Ho nuotato nell’impurità di una parola
Per sussurrarti l’amore a cui non credi
Ho squarciato, bramandoti, il cielo azzurro
E non trovandoti ho perso la direzione
Ho perso te, che così non mi ami
Ho perso così l’aurora nei tuoi occhi.

-Mohamed Amine Bour

Emma Battaglia

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