Tutti sappiamo, i ‘comici’ in particolar modo, che gli avvocati italiani sono tantissimi. Ma le esigenze e richieste di consulenze legali ancora di più.
Non è difficile da credersi, vista l’imponente mole di burocrazia che ci accompagna in quasi ogni vicenda e scelta nella nostra quotidianità. Tutto si rafforza ancor di più a causa delle difficoltà interpretative, per i non addetti ai lavori, di leggi e regolamenti formulati in modo sempre più incomprensibilmente e sofisticato.
Negli USA, nonostante le peculiarità dell’ordinamento di ‘common law’ caratterizzato da un diritto orale diversamente dal ‘civil law’, hanno affrontato questo problema trovandovi una soluzione fortemente acclamata.
Si tratta dei “Rocket Lawyers”, gli avvocati-razzo, in grado di rispondere in modo immediato agli interrogativi dei cittadini connessi. Ma connessi a cosa? Ecco: gli avvocati razzo non sono professionisti, laureati in Giurisprudenza, abilitati alla professione, dopo chissà quanti anni di esperienza e pratica… non sono “esseri umani”. Ma si tratta di una piattaforma informatica basata su algoritmi che riconoscono le domande più frequenti e ne danno una risposta tecnico-giuridica flash. A meno che la situazione non sia particolarmente complessa e allora ecco che l’utente viene dirottato, sebbene sempre virtualmente, dinnanzi alla competenza di un avvocato in carne ed ossa.
Naturalmente nessuna opera di bene, è tutto a pagamento: si conta, negli U.S.A., dove il sistema è attivo da quasi dieci anni, un fatturato annuo di circa venti milioni di dollari e sette milioni di cittadini utilizzatori. Successo giustificato anche e probabilmente dal fatto che dietro alla società c’è addirittura Google.
Dopo il successo negli USA, ormai assolutamente consolidato, è stata la volta dell’Europa: Rocket Lawyer è una realtà già in Francia, Olanda e Spagna. E i prossimi che si preparano ad accogliere questo nuovo modo di approcciare alla consulenza legale siamo proprio noi italiani.
Al di là degli inopinabili aspetti vantaggiosi per i cittadini, che potranno così soddisfare le proprie esigenze sempre più comodamente, dalla propria abitazione e in modo istantaneo, ci si chiede quali sono gli orizzonti di questa innovazione, in particolar modo in riferimento alla figura degli avvocati che potrebbero sentirsi spogliati della loro funzione e del loro prestigio.
Dietro un computer c’è sempre un essere umano, questo è innegabile. Ma la mente umana, sebbene incredibilmente dinamica, non è veloce e calcolatrice come quella, per antonomasia, di un computer: e se gli strumenti informatici fossero capaci davvero di essere meno fallaci e più efficienti a livello sia quantitativo che qualitativo anche nell’ambito legale-giuridico?