L’arte di Fabio Strinati: pianista, compositore e poeta

Oggi è sempre più difficile vivere di arte, e sono pochi i giovani che lo fanno, tra questi c’è Fabio Strinati: pianista, compositore e poeta di Esanatoglia, in provincia di Macerata. 

Ciao Fabio raccontaci un po’ di te, in una società come quella di oggi, come si può vivere grazie all’arte? In una società come la nostra bisogna vivere di arte. Non vedo altre possibilità. C’è una carenza assoluta di sensibilità, di creatività; viviamo in un’epoca arida di sentimenti e, passami il termine, non vedo nemmeno un briciolo di onestà. Non voglio innescare una polemica, ma credo che se vogliamo lasciare ai nostri figli un mondo un pochettino migliore, dobbiamo ripartire dall’arte. Io nella mia vita ho fatto delle scelte anche molto severe e azzardate, ma ho scelto con intelligenza e non mi pento di nulla. Obiettivamente, non credo che la nostra epoca sia l’epoca nera per eccellenza. Bisogna guardarsi dentro, ascoltarsi e lasciarsi andare. Solamente così si possono produrre sentimenti che a loro volta producono altri sentimenti. Io sono una persona molto semplice fuori, ma complessa dentro ed è per questo che in questa società mi ci muovo bene. Io scrivo suono e compongo per proteggermi da me stesso; la complessità di un individuo è molto pericolosa se non controllata a pieno. 

Quando componi (musica e poesia) quali sensazioni cerchi di suscitare nel tuo pubblico? Io quando suono, o quando scrivo poesia, mi isolo completamente da tutto e da tutti. Con la musica avviene in maniera più profonda, perchè quando hai a che fare con il suono devi estraniarti in maniera tale da permettere al suono di dominare ogni aspetto dell’istante: la musica è un’arte piena zeppa di componenti e quindi questa “complessità“ richiede un isolamente completo. Con la poesia è un po’ diverso, anzi, la poesia richiede il contatto con l’esterno, almeno per me. Detto questo, quando scrivo o compongo non mi immedesimo mai su cosa il pubblico voglia leggere o ascoltare. Il presente è mio e della mia anima; questo significa che mi esprimo in maniera del tutto naturale e questa naturalezza sicuramente traspare.

Secondo te l’arte può aiutare nei momenti di difficoltà e in primis come ha  aiutato te?  L’arte ci aiuta sempre in “ogni luogo”, in “ogni dove”, in “ogni istante” della nostra vita. L’uomo è in costante pericolo, in ogni secondo della sua breve esistenza. Siamo fragili, vulnerabili, anche se crediamo il contrario, ma sappiamo benissimo che non è così. L’essere umano è una creatura complicata, bizzarra e veramente curiosa. Io vivo la mia vita in maniera del tutto semplice. Sto a contatto con la natura praticamente ogni giorno e questo per me significa vivere a pieno tutte le mie potenzialità di uomo. Il pianoforte, è uno strumento che mi permette di ampliare queste potenzialità, mentre la penna mi permette di perfezionarle.

Quali consigli senti di poter dare a coloro che vogliono fare dell’arte un mestiere? L’unico consiglio che posso dare è quello di essere se stessi. Quando ascolti la tua anima hai la possibilità di scegliere la tua strada e, anche se questa strada è particolarmente stretta, brutta, difficile, se ascolti il tuo cuore, la strada sarà sempre in discesa. Noi siamo molto di più di quello che crediamo di essere.

Valentina Ribba